Il ruolo delle comunità professionali nella qualificazione e nel superamento delle conseguenze del genocidio in Ucraina

Proseguimento della discussione sulla natura del genocidio.
Myroslav Lavrynok11 Agosto 2023UA DE EN ES FR IT RU

[геноцид]

Precedentemente, abbiamo constatato che il genocidio ha già avuto luogo come fenomeno; tuttavia l’indagine, la comprensione di questo fenomeno, considerando la sua pluridimensionalità, richiede una discussione ampia, i cui risultati avranno un’applicazione del tutto pratica e un effetto sugli eventi non solo nei confini dell’Ucraina.

Il territorio ucraino è diventato di frequente arena del crimine di genocidio, inoltre spesso il suo istigatore e organizzatore è stato il Cremlino. In generale, simili tragiche prove sono toccate in sorte a tutti i popoli e alle nazioni non-russe, che sono state occupate dai russi. Rafael’ Lemkyn riteneva, che “l’omicidio di massa di popoli e nazioni, che ha caratterizzato l’avanzata dell’Unione Sovietica in Europa, non è un nuovo indice della sua politica di espansione. Tuttavia, era una caratteristica a lungo termine perfino della politica interna del Cremlino, per cui coloro che oggi hanno il potere hanno un ragionevole precedente nelle azioni della Russia zarista”. A noi, innanzitutto, interessa la situazione attuale e il futuro, però l’analisi del fenomeno del genocidio contemporaneo degli ucraini nella dimensione storica ha un significato essenziale per comprendere come il crimine di genocidio si è sviluppato nel tempo, quali sono state le sue conseguenze, in quale contesto storico è avvenuto, e così via.

Mentre l’Ucraina e la Polonia si adoperano con grandi sforzi per rimediare alle conseguenze della pagina vergognosa del loro passato comune, la Russia contemporanea, dopo una breve pausa, è tornata alle pratiche imperiali totalitarie, pur senza aver riconosciuto gli atti criminali dell’Impero russo e dell’URSS, dei quali si pone in qualità di erede legittima. Inoltre, considerando le nuove opportunità fornite dal progresso, lo stato russo ha perfezionato tali pratiche e adesso adopera enormi sforzi non solo per occultare e manipolare le informazioni sui crimini del passato, ma anche per una potente influenza informativa, capace sia di commettere il genocidio, reclutando nella sua organizzazione e realizzazione un considerevole numero di propri cittadini, che di giustificarlo, nasconderlo o accusare preventivamente altri di falsificazione dei fatti e di “russofobia”. Questa parte della politica russa, i suoi metodi e strumenti, l’attuale contesto interno e internazionale, la spiegazione dei motivi del genocidio richiedono un esame e una interpretazione su ampia scala, in quanto la Federazione Russa continua a minacciare non solo gli ucraini, ma anche altri popoli, nazioni e paesi. Giocando abilmente con gli umori ultranazionalisti nei paesi della vecchia Europa, appellandosi al passato coloniale dei paesi con economie in via di sviluppo, sostenendo movimenti separatisti e organizzazioni terroristiche in tutto il mondo, la Russia uniforma le acquisizioni e gli accordi pacificatori del mondo civilizzato, stabiliti dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e la decolonizzazione. Componente significativa di tale politica, che deve essere analizzata in modo circostanziato da specialisti adeguati, è l’incitamento all’ostilità tra diversi stati e gruppi sociali, che può servire come una delle premesse del genocidio.

Le premesse e le conseguenze del genocidio, la sua classificazione richiedono anche il reclutamento di filosofi, culturologi e psicologi. Nonostante il totalitarismo del regime russo attuale, che non presuppone dubbi sulla correttezza delle azioni dell’amministrazione politica, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, la Federazione Russa ha avuto una breve storia di rigoglio della libertà di stampa, del pluralismo, dell’attenzione ai diritti dell’uomo e alle potenti comunità per la tutela dei diritti umani. È importante capire come mai così tante persone, che hanno rifiutato le false idee del comunismo totalitario, dopo poco tempo siano diventate sostenitrici della sua versione modificata e, se non complici attivi, taciti testimoni di crimini? Il disprezzo per altre nazioni, il deprezzamento della vita umana, inclusa la vita degli stessi russi, la cultura della violenza assoluta, continua, “lo smascheramento” dei valori liberali come costrutti artificiosi o perversi, la coltivazione della forza bruta come unica fonte di diritto e dell’inganno come modo per ottenere ciò che si desidera: è ciò di cui sono pervasi i media russi e la cultura di massa, i programmi di istruzione e le conversazioni private dei piccoli borghesi. Gli anni di permanenza in una tale realtà hanno così cambiato la percezione del mondo di molti russi, che gli consentono di negare fatti evidenti, interpretandoli da un punto di vista, che esclude il senso di colpa. Bisogna esaminare e correggere anche le conseguenze possibili e reali dell’incarnazione pratica di tale ideologia russa in Ucraina, poiché il genocidio influenza le vittime e i loro gruppi in una prospettiva breve e lunga.

Merita un’attenzione particolare anche la componente religiosa del fenomeno di genocidio. La nostra iniziativa ha registrato numerosi bombardamenti di obiettivi tutelati dallo Statuto di Roma, commessi nel periodo tra febbraio 2022 e aprile 2023, un numero considerevole di oggetti di questo tipo erano destinati a scopi religiosi. La Chiesa ortodossa russa da tempo sostiene l’aggressione dello Stato, in cui è concentrato, diventando parte del meccanismo di propaganda, alimentando intolleranza per molti tratti, coltivando la morte e svalutando la vita umana. Rinnegando con la sua attività molti valori cristiani, l’ortodossia russa accusa altre chiese ortodosse, cristiani e diverse e i fedeli di “opinioni scorrette”, di “eresia” e di “satanismo”, fornendo così la base spirituale per l’esecuzione del genocidio da parte dei cittadini russi.

Oltre a queste componenti del fenomeno del genocidio russo in Ucraina ci sono le sue caratteristiche, che già sono state qualificate o possono essere qualificate dagli avvocati come atti, definiti dal diritto internazionale. Così, abbiamo già raccontato gli atti, legati alla deportazione dei bambini ucraini, che hanno condotto all’emanazione da parte del Tribunale penale internazionale degli ordini di arresto per il Presidente della FR Putin e per la sua delegata per i diritti del bambino, Marija L’vova-Bjelova. Finora, questo fatto (il trasferimento forzato di bambini da un gruppo all’altro) è il criterio più affidabile per stabilire che abbiamo a che fare effettivamente con un genocidio, tuttavia una moltitudine di avvocati, inclini ad una spiegazione positiva delle norme del diritto, fondato sull’accertamento delle intenzioni dei legislatori o dell’oggettivo significato storico della norma del diritto nel momento della sua adozione, manifestano una posizione molto cauta. Il fatto che i russi, malgrado i numerosi omicidi e le distruzioni da loro compiuti in Ucraina, non ambiscano a sterminare totalmente la maggioranza degli ucraini, concedendo possibilità reali o immaginarie ai nostri concittadini, che sono pronti a rinunciare alla loro identità nazionale per la identità russa, è una pratica relativamente nuova, e quindi difficile da qualificare appropriatamente. Questo crea difficoltà nella percezione del gruppo nazionale degli ucraini come oggetto di genocidio.

In questo modo, lo studio del fenomeno, l’appropriata qualifica di genocidio, che la Russia attua nel territorio dell’Ucraina e, forse, la futura precisazione di norme del diritto internazionale, richiede il coinvolgimento di rappresentanti delle diverse comunità professionali, capaci di trattare questa problematica complessa. Il coordinamento di tale lavoro nella fase finale richiederà sforzi da parte dello Stato, sebbene già ora la comunità per la tutela dei diritti umani, servendosi delle sue ampie relazioni e opportunità, deve lavorare intensamente per assicurare il richiamo alla responsabilità dei colpevoli e creare condizioni, che garantiscano l’irripetibilità di tale crimine in futuro.

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