Questione risolta: genocidio o no

Il riconoscimento delle azioni della Russia in Ucraina come genocidio da parte dei governi di molti paesi, il riconoscimento come genocidio della deportazione da parte della Russia dei bambini ucraini, il rilascio del mandato di arresto del presidente russo sono fatti. Questo cosa testimonia, e perché questi eventi sono importanti?
Mikhailo Romanov09 Giugno 2023UA DE EN ES FR IT RU

Братська могила в Маріуполі. Фото: Євген Малолєтка / AP Massengrab in Mariupol. Foto: Jevhen Maloletka / AP Fosa común en Mariúpol. Foto: Yevgen Maloletka / AP Fosse commune à Marioupol. Photo : Yevhen Maloletka / AP Fossa comune a Mariupol’. Foto: Yevgen Maloletka / AR Братская могила в Мариуполе. Фото: Евгений Малолетка / AP

Fossa comune a Mariupol’. Foto: Yevgen Maloletka / AR

Oggi questa domanda già non suona più retorica o come un cliché puramente politico.

Il riconoscimento delle azioni della Russia in Ucraina come genocidio da parte dei governi di molti paesi, il riconoscimento come genocidio della deportazione da parte della Russia dei bambini ucraini, il rilascio del mandato di arresto e detenzione del presidente russo sono fatti. Si possono guardare in modi diversi e interpretare in modi diversi, ma sono realmente accaduti. Questo cosa testimonia, e perché questi eventi sono importanti?

Certo, il mondo è grande e assolutamente non tutti i paesi e le persone che ci vivono prestano attenzione e comprendono, ciò che avviene in Ucraina. Probabilmente, nel mondo ci sono stati e ci sono oggi molti esempi di un trattamento ancora più brutale e di crimini più atroci. Ma per riconoscere l’esistenza di un determinato fatto, non è assolutamente necessario, che lo riconosca tutto il mondo e tutti. Le rivoluzioni tecnologiche e i progressi della contemporaneità restano per molti niente più, che economici giocattoli della mente. Ma questo in nessun modo annulla la loro esistenza.

Questa “regola” si estende appieno al genocidio della Russia in Ucraina. Proprio adesso e qui, diventiamo testimoni della manifestazione del fenomeno di genocidio. Sembra che proprio ora sia il momento in cui le persone si rendano conto di ciò che diceva Raphael Lemkin quasi ottant’anni fa.

Bisogna porre l’accento proprio sul concetto di fenomeno, perché proprio in questa forma il genocidio oggi realizza la sua esistenza.

Conosciamo un gran numero di “obiezioni” da parte di giuristi professionisti rispetto alla sussistenza del genocidio della Russia contro l’Ucraina e alla possibilità di provarlo. Ma adesso parliamo un poco di altro. Adesso si tratta del fatto che un fenomeno come il genocidio sia comprensibile a un gran numero di persone, e sia comprensibile non in senso giuridico (come fatto dimostrato), ma nel senso della sua esistenza come fenomeno, ossia come fenomeno complesso, che riguarda una grande quantità di persone, che assimila la componente empirica, quella emotiva, quella intellettuale, la risonanza sociale, l’influenza politica. Il fatto, che il tema del genocidio non scompaia e che abbia un “nutrimento” costante, testimonia la presenza di questo fenomeno.

E perfino se gli scettici diranno che sono speculazioni politiche e affermazioni non dimostrate, anche questo indicherà solo l’esistenza incondizionata di questo fenomeno. Perché se il fenomeno non esiste, allora non c’è nulla di cui parlare.

Molti dipendenti del Gruppo per la tutela dei diritti umani di Khar’kiv dai primi mesi di guerra erano convinti in ogni momento, che nelle azioni della Russia in Ucraina ci fossero i segni dil genocidio. In particolare proprio questo è diventato il motivo per cui, già nel periodo in cui le prove dirette della maggior parte dei crimini di guerra erano poche, la nostra organizzazione aveva iniziato a preparare la presentazione al Tribunale Penale Internazionale sul genocidio della Russia contro gli ucraini a Mariupol’.

La prova di genocidio non è lo scopo di questo articolo, ma solo la constatazione del fatto che il genocidio sia avvenuto in quanto fenomeno. Gli ultimi eventi, in particolare l’accettazione della Risoluzione dell’Assemblea Parlamentare della NATO, nella quale i paesi membri della NATO hanno unanimemente riconosciuto le azioni della Russia in Ucraina come genocidio, indiscutibilmente testimonia che esso esista. Tale affermazione indica una circostanza importante: il genocidio non si può dimostrare, ma è possibile accertarlo (così come non si può provare l’esistenza della coscienza, è possibile solo accertarla).

Nel riconoscimento del fenomeno di genocidio della Russia contro l’Ucraina c’è un momento che, forse, è più importante. Il fenomeno del genocidio indubbiamente influenzerà il cambiamento degli approcci giuridici e dottrinali verso questo crimine. Lo stato attuale del mondo e delle comunità globali, i metodi che oggi vengono utilizzati nella conduzione degli scontri e dei conflitti armati, l’urgente necessità di riesaminare i meccanismi della sicurezza mondiale e della preservazione della pace senza alcun dubbio portano a riesaminare anche il rinnovamento degli approcci alla definizione di genocidio e delle procedure della sua dimostrazione.

La Russia ha violato i principi fondamentali della coesistenza umana, e per essa questo è il crimine tanto più grave, in quanto era un paese molto influente e autorevole, da cui si esigevano elevati requisiti morali. E anche questo fatto testimonia l’incondizionata esistenza del dolo di genocidio (lo status della Russia consentiva di influire sui processi mondiali globali). Proprio a questi paesi, come a nessun altro, non è concesso il diritto di comportarsi in questo modo nel mondo degli uomini. La presenza del genocidio nelle azioni di alcuni soggetti, considerando le circostanze dell’attività di tali soggetti, deve essere esaminata e constatata in modo completamente diverso, rispetto ad altri soggetti in circostanze simili.

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