Perché Putin deve rispondere del rapimento dei bambini ucraini?

La Russia viola i principi fondamentali di tutela dei bambini in tempo di guerra. Gli invasori non adottano nessuna misura per far tornare i bambini ucraini dai loro parenti, deportano i piccoli ucraini nel proprio territorio e li integrano nella società russa.
Aksana Filipishina06 Aprile 2023UA EN ES FR IT RU

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È il secondo anno che l'Ucraina patisce l'aggressione armata su vasta scala da parte della Federazione Russa, e una delle categorie più vulnerabili sono i bambini.

La Russia viola i principi fondamentali di tutela dei bambini in tempo di guerra: deportazione, documentazione attraverso passaporti russi, concessione della cittadinanza della FR, trasferimento in famiglie russe d’affidamento e adozione.

Perciò non è inatteso il mandato di arresto per il Presidente della FR Putin e per la sua delegata per i diritti del bambino, Mariya L’vova-Belova, emesso dal Tribunale penale Internazionale proprio a causa delle azioni relative alla deportazione di bambini.

Purtroppo, la situazione è complicata dal fatto, che né le organizzazioni ucraine, né le organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno accesso a tutte le informazioni sulla portata del crimine.

Con il pretesto di “salvare” la Russia ricorre all’ esportazione forzata di famiglie ucraine con bambini; di bambini, che hanno perso i genitori o la cui ubicazione è sconosciuta; di bambini, che vengono cresciuti negli orfanotrofi, e anche di bambini, i cui genitori non hanno superato le misure di filtraggio.

Il trasferimento avviene sia nel territorio temporaneamente occupato dell'Ucraina, che nella FR. La Russia fa tutto il possibile per integrare i bambini trasferiti nella società russa.

Non è ancora possibile stabilire il numero esatto di bambini deportati. Tuttavia, secondo il portale d'informazione statale “Bambini di guerra”, alla fine di marzo 2023 le autorità ucraine dispongono delle informazioni su 16.200 bambini deportati nella FR, di cui solo 324 sono riusciti a tornare. La stessa parte russa dichiara ufficialmente, che oltre 300.000 bambini sono stati deportati dai territori temporaneamente occupati dell’Ucraina[1].

L’esportazione forzata di bambini ha un carattere metodico.

Allo scopo di eliminare l’identità ucraina lo stato-invasore ricorre ad azioni drastiche.

Nel maggio 2022 il presidente della FR, Vladimir Putin, ha firmato un decreto sulla procedura semplificata di concessione della cittadinanza russa ai bambini orfani e ai bambini, privati della tutela dei genitori, dal territorio temporaneamente occupato e dal territorio dell'Ucraina. Il pericolo consiste nel fatto che con l’acquisizione della cittadinanza, il bambino può essere adottato. Secondo la legislazione russa, i genitori adottivi hanno il diritto di modificare completamente le informazioni sul bambino: dare un nuovo nome, cambiare la data e persino il luogo di nascita.

Si conoscono anche rari casi di trasferimento di bambini deportati in famiglie adottive di cittadini della FR.

Il pretesto per l’esportazione di interi gruppi di bambini dai territori occupati è anche la loro guarigione in campi per bambini e case di cura. Ad esempio, nell'agosto 2022, con il pretesto di “guarirli”, è stato portato via un gruppo di quasi 300 bambini da Izjum, Kupyans'k, Balakliya e da altre località della regione di Khar’kiv nel campo per bambini “Mishka” nella città di Gelendzhik nella regione di Krasnodar della FR. A settembre, il territorio della regione di Khar’kiv è stato liberato dalle forze armate ucraine. La parte russa ha rifiutato di restituire i bambini. Ai genitori è stata posta la condizione di prelevare i propri figli autonomamente nel territorio della Russia. I genitori hanno dovuto sostenere un notevole onere finanziario a causa dell'urgenza di formalizzare i documenti, affrontare un lungo viaggio attraverso l'Ucraina, i paesi dell’Europa e la Russia per raggiungere i loro figli e tornare con loro in Ucraina. Il ritorno di questo gruppo di bambini continua grazie ai volontari.

Tutto questo avviene con il patrocinio dell’Incaricata del Presidente della FR per i diritti del bambino, Mariya L’vova-Belova. Lei visita personalmente i territori occupati. I bambini sono stati deportati in 57 regioni della Russia, tra cui Sakhalin, che si trova a decine di migliaia di chilometri dalla loro patria.

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Intanto il 26 ottobre 2022 l’Incaricata del presidente della FR, L’vova-Belova teneva una conferenza stampa, durante la quale riferiva, che 350 bambini dall’est dell’Ucraina erano già stati adottati dai russi, e più di 1000 bambini aspettavano l’adozione.

I bambini ucraini senza diritto di scelta sono costretti a frequentare scuole russe, a essere esposti alla propaganda russa, a vivere in famiglie russe, in cui cercano di sradicare tutto ciò che è legato all’Ucraina.

Il processo di adozione dei bambini ucraini nella FR è una vergognosa violazione dell’articolo 21 della Convenzione dell’ONU sui diritti del bambino e degli articoli 49 e 50 della Convenzione di Ginevra sulla tutela della popolazione civile in tempo di guerra. Tuttavia l’adozione in un altro paese può essere considerata solo come metodo alternativo all’assistenza del bambino se il bambino non può essere dato in affidamento o ad una famiglia, che possa garantire la sua educazione oppure l’adozione nel paese d'origine.

Il trasferimento forzato o la deportazione di persone dal territorio occupato impongono a tale Stato l’obbligo di prendere tutte le misure necessarie per facilitare la procedura di identificazione dei bambini e la registrazione dei loro legami familiari. Tuttavia, la Russia disdegna queste norme del diritto umanitario internazionale. Inoltre, il trasferimento forzato di un gruppo di bambini da un gruppo all’altro è uno degli atti di genocidio, in conformità all’articolo 2 della Convenzione sulla prevenzione e la condanna del crimine di genocidio e dell'articolo 6 dello Statuto di Roma del Tribunale penale Internazionale.

Attualmente ci sono difficoltà nella comunicazione degli organi competenti per stabilire i dati personalizzati dei bambini e il loro ritorno in Ucraina.

La FR non prende nessuna misura per riportare i bambini ai loro parenti, ma li sistema appositamente in famiglie di persone a loro estranee, non fornisce alcuna notizia sui bambini e sui luoghi in cui sono tenuti, né al Comitato Internazionale della Croce Rossa, né all'UNICEF, né al Governo dell'Ucraina, né alle organizzazioni per i diritti umani.

La ricerca di meccanismi per riportare a casa i bambini è fondamentale. Uno di questi meccanismi può essere includere in questo processo uno Stato-protettore, come previsto dalla Convenzione di Ginevra sulla tutela della popolazione civile in tempo di guerra. In sostanza, si tratta di uno Stato neutrale, in cui le nazioni in guerra ripongono fiducia. Per esempio, si può supporre che una tale missione possa essere svolta dalla Turchia, dal Kazakistan, dalla Cina, dagli Emirati Arabi Uniti, e così via.

Devono essere sviluppate delle procedure di scambio di informazioni attraverso lo Stato-protettore e i meccanismi per il ritorno di diversi gruppi di bambini, a seconda delle circostanze: bambini, che sono orfani a causa della morte dei genitori; bambini, portati via nell’ambito delle istituzioni; bambini, i cui genitori sono stati arrestati, o bambini, portati via con il pretesto della guarigione.


[1] Ovviamente, ciò riguarda anche i bambini, che sono andati via con le loro famiglie (nota del redattore).

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