Circa 2800 ucraini sono scomparsi in circostanze particolari

La Commissione internazionale per le persone scomparse ha firmato i memorandum sulla collaborazione con il Ministero della Giustizia e il Ministero della Salute.
Maryna Harieieva13 Novembre 2023UA DE ES FR IT RU

Ілюстративне зображення. Світлина: ombudsman.gov.ua Иллюстративное изображение. Фотография: ombudsman.gov.ua

Al 18 ottobre 2023, circa 28mila cittadini dell’Ucraina sono scomparsi in circostanze particolari.

Il viceministro del Ministero degli Affari Interni dell’Ucraina, Leonyd Tymchenko, ha annunciato tali cifre durante l’incontro con i rappresentanti della Commissione internazionale per le persone scomparse (CIPS). Ha anche spiegato, che attualmente “è necessario il prelievo dei campioni di DNA per confrontare queste informazioni con le richieste, che arrivano alle istituzioni di periti dalle famiglie delle persone scomparse”. Allo stesso tempo, emerge il problema dell’identificazione dei corpi, che sono stati provvisoriamente sepolti o si trovano nei territori temporaneamente occupati oppure nella zona di svolgimento delle azioni di guerra, ha spiegato il funzionario. “I gruppi di ricerca non possono entrare, prendere i corpi e scambiare quelli che abbiamo. Sfortunatamente, con un aggressore e un terrorista non può esserci una totale collaborazione per lo scambio”, ha evidenziato Tymchenko.

Tymchenko ha evidenziato, che nell’apparato del Ministero è stato creato l’Ufficio per le questioni delle persone scomparse in circostanze particolari, che assolve alla funzione del Segretariato incaricato per le questioni delle persone scomparse in circostanze particolari. Il Viceministro ha anche ricordato, che in Ucraina è attivo il Registro unico delle persone scomparse.

Si possono leggere maggiori dettagli sul registro nell’articolo del Gruppo per la tutela dei diritti umani di Khar’kiv (GPDU) al link. Ricordiamo, che i parenti delle persone scomparse non devono pagare per ottenere gli estratti dal Registro unico. Si può leggere di più a riguardo in questo articolo.

L’indagine analitica Gruppo per la tutela dei diritti umani di Khar’kiv ha confermato, che “la parte russa non adempie agli obblighi internazionali assunti”. “Dopo la scomparsa, i parenti delle vittime non hanno avuto la possibilità di ottenere informazioni né dalle autorità di occupazione locali, né dai funzionari ufficiali della Federazione Russa”, ha osservato l’avvocato del GPDU Anna Ovdyenko. La FR poteva confermare, che la persona scomparsa si trovava sotto il controllo delle autorità russe, quando dal momento della sparizione erano passati mesi. A volte le informazioni venivano confermate un anno dopo. Tuttavia, persino tali conferme potevano non contenere informazioni sulla posizione precisa della persona e/o sulle sue condizioni di salute. Considerando questo, i parenti delle persone scomparse continuano ugualmente a trovarsi in uno stato di vuoto: all’inizio non sanno, se la persona scomparsa sia viva, e poi non sanno, in quali condizioni si trovi e se subisce violenza. “In risposta alle richieste, gli organi dell’autorità statale della Russia non hanno dato rispose concrete e, nella maggioranza dei casi, non hanno risposto affatto”, ha osservato Anna Ovdyenko. L’avvocato ha anche osservato, che “tali azioni sono commesse volontariamente, in quanto le risposte ufficiali dalla Federazione Russa, che non contengono le circostanze specifiche dei crimini, sono fornite dalle stesse persone, in modo preponderante, in tutti i casi a noi noti”. Inoltre, tali risposte non corrispondono alle norme del diritto internazionale e nazionale, ha sottolineato Ovdyenko.

Durante l’incontro è stato anche discusso l’aggiornamento della banca dati del DNA. I rappresentanti della CIPS hanno ricordato ancora una volta: l’esperienza internazionale testimonia, che per 30mila persone scomparse deve essere costituita una banca dati di 90mila campioni di DNA. Pertanto, almeno tre parenti della persona scomparsa devono fornire i campioni genetici. Come è stato precedentemente osservato al CIPS, la commissione internazionale è pronta ad aiutare l’Ucraina a indagare adeguatamente su ognuno di questi casi, poiché per questo ha risorse sufficienti. Ad esempio, un laboratorio di DNA ad alta precisione consente di identificare un cadavere in condizioni estremamente difficili, persino quando si tratta di campioni degradati di ossa.

Inoltre, durante l’incontro è stato menzionato il progetto pilota per il prelievo dei campioni di DNA da ucraini all’estero, che il Ministero degli Interni (MI) insieme al CIPS hanno avviato nel febbraio 2023. Già nell’agosto del 2022, il Direttore generale del CIPS, Kathryne Bomberger, ha detto, che la Commissione internazionale può raccogliere i campioni necessari sia nella stessa Ucraina, sia nei paesi che hanno ospitato temporaneamente i profughi andati via dall’Ucraina a causa dell’aggressione russa. Attualmente, si possono prelevare i campioni di DNA agli ucraini che si trovano in Polonia e nei Paesi Bassi, in futuro si prevede di creare la stessa opzione per gli ucraini che si trovano in Germania.

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Memorandum sulla collaborazione

Il 18 ottobre la Commissione internazionale per le persone scomparse ha firmato i memorandum sulla collaborazione con il Ministero della Giustizia e il Ministero della Salute.

Фото з фейсбук-сторінки ICMP (Міжнародної комісії з питань зниклих безвісти). Фото с фейсбук-страницы ICMP (Международной комиссии по пропавшим без вести).

Foto dalla pagina Facebook della CIPS (Commissione internazionale per le persone scomparse).

La collaborazione della CIPS con il Ministero della Giustizia permetterà di sviluppare la collaborazione nel campo della genetica forense e della perizia forense, rafforzare il potenziale nella realizzazione dell’identificazione del DNA e attirare le moderne tecnologie criminologiche per indagare efficacemente sulla ricerca delle persone scomparse. A sua volta, il Memorandum sulla comprensione reciproca, firmato con il Ministero della Salute dell’Ucraina, rafforzerà la collaborazione nell’ambito della medicina forense e della perizia forense. In particolare, questo permetterà di elaborare degli standard procedurali per la perizia forense in base agli standard internazionali. Come è stato osservato nel servizio stampa della CIPS, “la collaborazione nel campo della medicina forense e lo sviluppo del settore contribuirà all’elaborazione tempestiva di un gran numero di casi e a garantire un trattamento dignitoso ai corpi dei defunti”.

Coma ha osservato Kathryne Bomberger, “nessun Paese in condizioni di guerra ha la possibilità di risolvere da solo e in modo adeguato l’enorme problema della ricerca delle persone scomparse e di indagare sulle loro sparizioni in modo che le prove di questi crimini siano accessibili al Tribunale internazionale”. Il sostegno della CIPS fornirà più possibilità per soddisfare queste richieste. A sua volta, Matthew Holiday, direttore dei Programmi europei della Commissione internazionale per le persone scomparse e capo del programma della CIPS in Ucraina, ha osservato, che la CIPS cerca di ampliare le possibilità tecniche dell’Ucraina, perché possa indagare decine migliaia di casi in modo appropriato.

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Contesto generale

Come ha osservato Matthew Holiday, persino dopo l’interruzione delle attività di guerra attive, l’Ucraina dovrà indagare per anni i casi di sparizione.

Nel settembre del 2023, il Gruppo per la tutela dei diritti umani di Khar’kiv ha scritto che, fino a quel momento, le forze dell’ordine non erano riuscite a identificare i 57 corpi trovati in una fossa comune nei dintorni di Izjum. Allora, il portavoce della Procura regionale di Khar’kiv, Dmytryj Chubenko, ha riferito, che più di 20 corpi presentavano danni, in particolare fratture in varie parti del corpo, e 15 corpi hanno segni di torture. “Durante l’esame dei corpi esumati, gli esperti hanno trovato in 15 vittime ferite da arma da fuoco, in 87 — ferite da esplosione, in almeno 15 — segni di torture (in particolare, sono stati trovati con le mani legate con corde al collo), in 23 — fratture alle mascelle, alle ossa, alle braccia, alle costole”, ha raccontato il rappresentante della Procura regionale di Khar’kiv.

Місце масового поховання в Ізюмі. © Pavlo Petrov / ДСНС Место массового захоронения в Изюме. © Pavlo Petrov / ГСЧС

Il sito della fossa comune a Izjum. © Pavlo Petrov / Servizio statale per le situazioni di emergenza (SSSE)

Dall’inizio dell’invasione su vasta scala al 23 maggio di quest’anno, l’Alto commissariato dell’ONU per i diritti dell’uomo ha documentato 864 casi di detenzione arbitraria di civili, commessi dai rappresentanti della FR. 763 detenuti — uomini, 94 — donne e sette ragazzi, è stato riferito all’ONU ed è stato osservato, che molti casi documentati di detenzione arbitraria possono essere classificati anche come sparizioni forzate. Il direttore del Gruppo per la tutela dei diritti umani di Khar’kiv, Evhenyj Zakharov, ha anche osservato, che la maggioranza delle sparizioni delle 4200 persone sparite, documentante dall’iniziativa congiunta “Tribunal for Putin” (T4P), si possono qualificare preliminarmente come sparizioni forzate, poiché tutti i tentativi dei parenti di trovare gli scomparsi incontrano o il rifiuto a rispondere, o la dichiarazione, che la posizione della persona scomparsa è sconosiuta. “La Croce Rossa Internazionale, nel migliore dei casi, può rispondere, che la persona si trova in Russia ma non precisa dove esattamente”, ha spiegato il direttore del GPDU. A riguardo, sia la detenzione illegale senza decisione del tribunale, che le sparizioni forzate con occultamento della posizione della persona, sono gravi violazioni dei diritti dell’uomo e possono essere qualificate preliminarmente come crimini contro l’umanità, ha osservato Evhenyj Zakharov.

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