La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) esamina la denuncia nei confronti di Aleksej Kyselev, ex comandante della nave ‘Slavutych’

I russi hanno rapito l’ufficiale a Henychesk, nella regione di Kherson. Hanno torturato l’uomo e lo hanno obbligato ad auto-incriminarsi. Gli attivisti per i diritti umani sono convinti, che il caso di Kyselev ha tutte le caratteristiche della sparizione forzata.
Maryna Harieieva16 Ottobre 2023UA DE EN ES FR IT RU

Олексій Кисельов. Фото: “Кримський процес” Алексей Киселев. Фото: “Крымский процесс”

Aleksej Kyselev. Foto: “Krymskyj process”

La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) esaminerà l’appello dell’Ucraina riguardo ad Aleksej Kyselev, ex comandante della nave ucraina “Slavutych”, sequestrato dai russi.

L’organizzazione per la tutela dei diritti umani “KrymSOS” lo ha comunicato il 14 settembre.

Il 28 novembre 2022, gli attivisti per i diritti umani di “KrymSOS” hanno presentato una denuncia al CEDU.

Come ha osservato l’avvocato Serhej Zaec, il caso di Aleksej Kyselev è diventato il primo tra i casi conosciuti, “che dimostrano la persecuzione da parte delle autorità della FR degli abitanti della Crimea, che sono andati via dal territorio occupato dopo il 2014 e si sono organizzati autonomamente per la resistenza attiva contro gli invasori”. Il legale ha anche osservato, che il caso di Kyselev ha tutte le caratteristiche della sparizione forzata.

Serhej Zaec ha anche elencato l’intera serie di violazioni che i russi hanno commesso nei confronti di Aleksej. Si tratta di torture, detenzione illegale, perquisizione illegale e furto di proprietà (dell’automobile).

“Probabilmente, d’ora in poi si potrà parlare anche di violazione del diritto ad un processo equo”, — ritiene l’attivista per i diritti umani.

Il caso di Aleksej Kyselev

Il Gruppo per la tutela dei diritti umani di Khar’kiv ha scritto sul caso di Aleksej Kyselev nel febbraio di quest’anno. Allora il tribunale illegale del distretto di Dzhankoj, durante l’occupazione temporanea della Crimea, ha riconosciuto l’ufficiale colpevole dell’organizzazione del blocco navale e di appartenenza al battaglione di volontari tatari di Crimea Noman Çelebicihan. Aleksej è stato condannato ad otto anni e mezzo di detenzione con lo sconto del primo anno in prigione, e il resto della pena in una colonia di massima sicurezza.

Il 22 luglio 2022, i russi hanno rapito Aleksej Kyselev, capitano di 1° classe, ex comandante della nave “Slavutych” della Marina militare dell’Ucraina. Essendosi ritirato dal servizio, inizialmente Aleksej si occupava di attività sociale e imprenditoriale nella città di Sebastopoli, ma dopo che la Federazione Russa ha occupato illegalmente la penisola di Crimea, è andato nella regione di Kherson. Negli ultimi anni, l’uomo si occupava di attività di volontariato e viveva nella città di Henychesk.

Aleksej ha raccontato, che i rappresentanti della FR lo hanno torturato a lungo: hanno utilizzato la corrente elettrica e lo hanno picchiato durante i cosiddetti interrogatori. Le torture sono iniziate già quando Kyselev era stato trattenuto illegalmente nell’istituto tecnico-professionale N°17 della città di Henychesk, in cui si è installata la divisione della Guardia nazionale della Federazione Russa. Secondo le parole del prigioniero politico, la violenza è durata cinque giorni: pretendevano da Aleksej, che confessasse davanti alla telecamera di capeggiare un movimento partigiano; tuttavia, l’ufficiale si è rifiutato di fornire false prove contro sé stesso. Il 27 luglio 2022, l’ucraino rapito è stato trasferito nell’edificio del cosiddetto “comando di Crimea dell’FSB” a Sinferopoli, dove i rappresentanti dei servizi segreti russi hanno continuato a torturarlo. Solo dopo numerose torture il cosiddetto investigatore dell’FSB ha effettuato “l’arresto ufficiale” e ha aperto un procedimento penale.

A causa delle torture, l’ufficiale ha perso l’uso della mano destra, aveva difficoltà a fare qualsiasi cosa con la sinistra, persino impugnare a lungo la penna era problematico. Il prigioniero politico stesso diceva ripetutamente di avere bisogno di assistenza medica. “Ho le costole rotte, lussazioni delle articolazioni di mani e piedi, e anche un dente rotto. Abbiamo inviato una denuncia al comando investigativo-militare del Distretto meridionale. Risultato della verifica — nulla. Provvedimenti investigativi sulla mia denuncia di torture non vengono presi”, — ha scritto Aleksej in una delle sue lettere.

Ricordiamo che, secondo le Convenzioni di Ginevra, la mancata prestazione di assistenza medica ai cittadini ucraini, che la FR trattiene ingiustamente nelle prigioni, è equiparata a tortura e viola il diritto alla vita. Come ha osservato il Delegato per i diritti dell’uomo, “la mancata prestazione di assistenza medica appropriata ai cittadini ucraini, che la FR trattiene illegalmente nelle prigioni, ha un carattere sistemico”.

Oltre al trattamento disumano, le prove dei cosiddetti “testimoni” erano discutibili, e lo stesso Kyselev negava la propria colpa. Anche le prove della cosiddetta accusa suscitavano dubbi. Si può leggere più nel dettaglio sull’assurdità delle accuse di blocco navale, che semplicemente non era possibile commettere, nell’articolo del Gruppo per la tutela dei diritti umani di Khar’kiv.

Anche la Rappresentanza del Presidente dell’Ucraina nella Repubblica Autonoma di Crimea ha condannato la sentenza infondata. Nel dicastero hanno ritenuto il caso confezionato e hanno osservato che, oltre al fatto che l’ufficiale illegalmente trattenuto è stato torturato, gli è stata persino negata la prestazione di assistenza medica, il che ha costretto l’uomo a dichiarare lo sciopero della fame.

Le sparizioni forzate e i detenuti invisibili del Cremlino

Come ha notato il direttore del Gruppo per la tutela dei diritti umani di Khar’kiv, Evhenyj Zakharov, quando parliamo di civili, che i russi trattengono illegalmente, bisogna menzionare tale crimine come sparizione forzata.

“In molti casi, non sappiamo dove si trovino i nostri detenuti civili, in quali condizioni siao trattenuti”, — ha sottolineato Evhenyj Zakharov. Egli ha anche osservato che, mentre il Gruppo per la tutela dei diritti umani di Khar’kiv gestisce circa 200 casi relativi a prigionieri civili e militari, solo in cinque casi ci sono informazioni ufficiali ed è noto esattamente dove si trovano i prigionieri.

Leggete anche: Finché c’è almeno una speranza bisogna cercare: come il Gruppo per la tutela dei diritti umani di Khar’kiv (GPDU) lavora con i parenti di chi è sparito senza lasciare traccia

“In altri 48 casi, conosciamo il luogo della detenzione in modo non ufficiale”, — ha detto Evhenyj Zakharov.

Inoltre gli attivisti per i diritti umani hanno ripetutamente osservato, che la custodia cautelare illegale senza decisione del tribunale, così come le sparizioni forzate con l’occultamento della posizione della persona, costituiscono gravi violazioni dei diritti dell’uomo e possono essere preventivamente qualificate come crimini contro l’umanità.

Nella banca dati, raccolta dall’iniziativa globale per i diritti umani “Tribunal for Putin” (T4P), ci sono attualmente circa cinquemila detenuti civili, illegalmente trattenuti e scomparsi senza lasciare traccia, ma il numero reale può essere due volte maggiore. I casi documentati dal GPDU: il numero di sparizioni forzate, il carattere della loro pianificazione e l’identità degli scenari possono testimoniare l’ampia portata dei crimini contro l’umanità commessi dai rappresentanti della FR sul territorio dell’Ucraina. È possibile leggere più in dettaglio delle sparizioni forzate che si sono verificate nei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina, dall’inizio dell’invasione su vasta scala fino alla fine di marzo 2023, in un articolo recente del Gruppo per la tutela dei diritti umani di Khar’kiv disponibile al link.

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