La madre di due bambini, rapita a Melitopol’, è stata torturata e tenuta prigioniera a Mosca

Come spiegare ai bambini, che i russi, che hanno invaso la tua casa, tengono prigioniera tua madre e la definiscono “terrorista”?
Galya Koynash29 Luglio 2023UA DE EN ES FR IT RU

Яніна Акулова.Скріншот із відео ФСБ Yanina Akulova Screenshot from the FSB video Янина Акулова. Скриншот из видео ФСБ

Yanina Akulova. Screenshot dal video dell’FSB

La figlia di sei anni di Yanina Akulova, Zlata, non sa perché sono trascorsi molti lunghi mesi da quando ha visto sua madre per l’ultima volta. Sua sorella Vika ha già 14 anni e la famiglia ha deciso che deve sapere che sua madre è in prigione a Mosca, dove l’hanno portata i russi, dopo aver preso la loro città natale Melitopol’ e aver sconvolto le loro vite.

Purtroppo, è solo una parte della storia, dal momento che Yanina è stata in prigione per ben sei settimane, prima di essere portata al tribunale distrettuale Lefortovsky di Mosca e presa ufficialmente in custodia. Dalla prima breve telefonata, che è riuscita a fare a sua sorella, sappiamo che l’FSB ha utilizzato almeno una parte di quel tempo per costringere con la tortura Yanina a firmare “certi documenti”. Come anche nel caso di altri prigionieri politici ucraini, l’FSB ha dovuto aspettare che i lividi fossero spariti per ammettere ufficialmente che lei si trovasse in custodia.

Melitopol’, nella regione di Zaporizhzhia è stata una delle prime città conquistate dalla Russia nel 2022 e ancora si trova sotto l’occupazione russa. Akulova e la sua famiglia sono rimaste in città, probabilmente sperando nella liberazione da parte delle forze armate ucraine. La sorella di Akulova, Kateryna Radchenko, ha spiegato al Centro per i Diritti Umani ZMINA che la situazione è cambiata dopo che ha avuto luogo in Russia il falso “referendum” nel settembre 2022. Temendo che gli invasori tentassero di “mobilitare” con la forza suo marito, Akulova ha insistito perché egli lasciasse la città con i bambini. Lei aveva programmato di rimanere temporaneamente per tentare di trovare una casa per i suoi cani, il pappagallo e le galline.

Che Akulova fosse scomparsa si è saputo solo il 12 Ottobre 2022. Ekaterina ora sa che sua sorella è stata catturata il giorno prima dai militari russi, che si trovavano in un posto di blocco. L’hanno portata a casa della famiglia alle due del mattino, i russi l’hanno perquisita, presumibilmente alla ricerca di esplosivi, ma non li hanno trovati. Sembra che da allora siano tornati diverse volte.

Come al solito, le “autorità” occupanti hanno negato di sapere qualcosa sul luogo in cui si trovasse Akulova, ma la “polizia” russa ha rifiutato di registrare la denuncia della famiglia sulla sua scomparsa.

Per le successive sei settimane, la famiglia ha dovuto vivere un inferno, sapendo solo che Yanina era stata catturata dai russi, i quali sostenevano di non sapere dove fosse.

Антон Жуковський, Дмитро Сергєєв та Яніна Акулова. З відеозаписів, на яких чоловіки із затуманеними обличчями повторюють один і той же “текст”, якого майже напевно вимагають від них, і не називають своїх імен. Anton Zhukovsky, Dmytro Sergieiev and Yanina Akulova From the videos where the men, their faces obscured, repeat the same ’text’ almost certainly demanded of them and do not give their names. Антон Жуковский, Дмитрий Сергеев и Янина Акулова Из видеозаписей, на которых мужчины с затуманенными лицами повторяют один и тот же “текст”, почти наверняка требуемый от них, и не называют своих имён.

Anton Zhukovsky, Dmytro Sergieiev e Yanina Akulova: Dai video, in cui gli uomini dai volti sfocati ripetono lo stesso “testo”, quasi sicuramente loro richiesto, e non danno i loro nomi.

Il 24 novembre, l’agenzia di stampa statale russa TASS e la televisione hanno annunciato che nella Melitopol’ occupata i russi avevano scoperto una “banda di terroristi” guidata da Yanina Akulova, la quale avrebbe pianificato un attacco terroristico al mercato. Va sottolineato che tutti gli attacchi partigiani sono stati diretti esclusivamente contro strutture militari e contro quei collaborazionisti, collocati dagli occupanti. Già solo questo rende simili accuse inverosimili. Inoltre, esse sono estremamente ciniche: un paese che irrompe nella casa di tre ucraini, li rapisce, li trasferisce illegalmente a Mosca e gli avanza accuse secondo la legge russa di atti, molto probabilmente inventati, sul territorio dell’Ucraina. Oltre a Yanina Akulova, i rapporti affermano che sono stati “arrestati” due ucraini: Dmitro Sergieiev e Anton Zhukovsky. La famiglia di Yanina non ha idea di chi siano questi due uomini. Un altro aspetto peculiare di questo caso consiste nel fatto che i russi sostengono che queste persone abbiano commesso un crimine nel territorio dell’Ucraina sotto il controllo dello stato e che siano stati effettivamente ricattati dalle forze dell’ordine ucraine: hanno compiuto un “attacco terroristico” a Melitopol’ per sfuggire all’azione penale. Mosca cerca di dichiarare un sostegno del quasi 100% alla “annessione alla Russia” e, accusandoli di “terrorismo”, trova più conveniente attribuirgli motivazioni mercenarie o simili. Tuttavia, attira l’attenzione che nel video, quasi certamente fornito dall’FSB, i volti dei due uomini siano intenzionalmente sfocati, mentre il volto di Yanina Akulova no.

Il centro di indagini giornalistiche ha riferito in precedenza che l’FSB della Russia sostiene anche che il 18 settembre 2022 tre ucraini abbiano fatto saltare in aria un’auto, su cui viaggiavano Mikhail Shchetinin e Sergey Gorbunov, cittadini russi, nominati dal paese aggressore alti funzionari nell’ “amministrazione” di occupazione.

Purtroppo, a volte i combattenti russi catturano patrioti ucraini che partecipano ad attacchi di partigiani contro tali obiettivi legittimi. Ma allo stesso tempo, spesso formulano una loro “statistica” su presunti crimini scoperti, trattenendo persone secondo la nazionalità e/o la posizione filoucraina. I metodi per questo utilizzati, in particolare la registrazione video delle “confessioni”, ottenute sotto tortura, rendono per questi agenti dell’FSB irrilevante, se la persona sia in qualche modo coinvolta nell’esecuzione del reato.

Le accuse mosse dallo stato-occupante, vengono presentate secondo gli articoli 30 § 1 e 205.4 § 2 del Codice penale della FR (complotto per commettere un atto terroristico come parte di un gruppo organizzato), nonché per gli articoli 222 § 4 (detenzione illegale di armi) e 222.1 § 4 (deposito illegale di materiale esplosivo). Su loro pende una condanna dai 12 ai 20 anni, e il loro “processo” si svolgerà sicuramente nello stesso tribunale militare del distretto meridionale di Rostov, che ha condannato più di 100 tatari di Crimea e altri prigionieri politici ucraini a pene detentive per enormi periodi.

Pertanto, la Russia afferma che i tre ucraini siano stati arrestati solo il 24 novembre 2022, sebbene sia noto che almeno Akulova si trova ad essere prigioniera russa dall’11 ottobre. Il motivo di questo occultamento, purtroppo, è chiaro. Nella prima delle quattro brevi telefonate, che Akulova è riuscita a fare dopo che i russi avevano ammesso il fatto di averla trattenuta, ha raccontato di essere stata picchiata per due giorni e costretta a firmare i documenti, che le hanno messo davanti. Dopo è stata reclusa in un luogo sconosciuto fino a quando i segni delle torture non sono scomparsi, dopodiché l’hanno portata a Mosca.

Durante le successive brevi conversazioni Yanina ha pianto, ha chiesto delle figlie e ha detto quanto le mancassero loro e la sua famiglia.

Un avvocato è stato invitato a rappresentare gli interessi di Yanina in tribunale, nonché a fornirle cibo e altri oggetti necessari nel centro di custodia cautelare di Lefortovo, con i soldi inviatigli dalla famiglia. Le condizioni di reclusione in qualsiasi istituto penitenziario russo sono terribili e l’avvocato riferisce che Yanina ha perso 15 chili durante il periodo di detenzione in Russia. La cosa più allarmante è che soffre di asma e ha bisogno di un inalatore. Ha assicurato ai suoi parenti di ricevere tutto il necessario, però le sue rassicurazioni sul fatto che sia tutto a posto, possono essere volte principalmente a tranquillizzare i parenti, in particolare la madre molto anziana. A lungo è stata tenuta in isolamento, ma recentemente in cella con lei è stata messa una donna di 60 anni della regione di Zaporizhzhia.

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