La guerra in Ucraina e i crimini ambientali: la risoluzione della conferenza sull’ambiente

I partecipanti alla conferenza esortano le autorità a raccogliere le prove dei danni ambientali e a sostenere il paese a ripararli dopo la guerra.
01 Settembre 2022UA DE EN ES FR IT RU

Згорілі дерева після артобстрілу чи бомбардування. Фото: Depositphotos Foto: Depositphotos Photo: Depositphotos Foto: Depositphotos Photo: Depositphotos Foto: Depositphotos Фото: Depositphotos

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Risoluzione della conferenza internazionale «L’Impatto ambientale delle ostilità in Ucraina e i diritti umani: le sfide di civiltà per l’umanità».

Un ambiente pulito, sano e sostenibile rappresenta il presupposto per poter garantire la salute alle future generazioni di ucraini. A questo scopo, la comunità nazionale e internazionale devono tutelare l’ambiente, vittima silenziosa della guerra. Un ambiente pulito, sano e sostenibile è imprescindibile per avere acqua potabile e alimenti sani, nonché per la sicurezza alimentare globale. È un diritto umano che deve essere garantito ad ogni uomo.

Le ostilità stanno provocando danni ambientali estremamente gravi su vasta scala che avranno effetti a lungo termine. Ciò purtroppo non consente di determinare, valutare ed analizzare con precisione l’impatto sull’ambiente, né avviare indagini sui crimini ambientali.

L’efficacia del piano Marshall del secondo dopoguerra suggerisce che la ricostruzione post-bellica dell’Ucraina deve essere predisposta in anticipo. La ricostruzione dovrà prevedere il miglioramento delle condizioni esistenti prima della guerra: le nuove infrastrutture energetiche dovranno contemplare fonti di energia rinnovabili; se si ripianta un bosco, andrà protetto dai disboscamenti indiscriminati; se si ricostruiscono le abitazioni, sarà necessario garantire i più alti standard di efficienza energetica. Il futuro dell’Ucraina deve essere il più possibile “verde”.

Molti paesi hanno già promesso che parteciperanno alla ricostruzione dell’Ucraina, ma la responsabilità principale dei danni dovrà gravare sulla Federazione Russa. Finora la comunità internazionale si è concentrata giustamente sull’inasprimento delle sanzioni. Ora è necessario cominciare a stabilire meccanismi mirati per accertare le responsabilità dei crimini.

L’aggressione della Russia e il suo protrarsi, la violazione  dello Statuto delle Nazioni Unite, dello Statuto di Roma e di molti altri accordi e convenzioni multilaterali, ci costringono a rivalutare lo stato attuale della tutela dell’ambiente a livello internazionale e della sicurezza globale. È quanto mai necessario parlarne e rivedere l’efficacia delle sanzioni nei confronti di uno stato che nega il diritto internazionale. Bisogna inoltre introdurre un meccanismo appropriato per facilitare i risarcimenti agli stati che sono vittime dell’aggressione. Ciò avrà un effetto deterrente sui leader di tutti i paesi e permetterà di tutelare i diritti umani e l’ambiente per le generazioni future.

Visto e considerato quanto sopra, i partecipanti della conferenza internazionale chiedono al Governo e al Parlamento ucraino di:

  1. Individuare e raccogliere con particolare attenzione le prove dei danni ambientali in Ucraina risultanti dall’aggressione militare della Federazione Russa;
  2. Ratificare lo Statuto di Roma della Corte Penale internazionale e sostenere l’emendamento allo Statuto che prevede l’introduzione del reato di “ecocidio” e sospende l’immunità per i crimini ambientali più gravi in tempi di guerra e anche di pace;
  3. Aggiungere il reato di “ecocidio” nel Codice penale ucraino, basandosi sulla formulazione approntata da un gruppo di esperti internazionali e pubblicata nel 2021, per agevolare le indagini sui crimini ambientali;
  4. Coinvolgere attivamente i tribunali nazionali e le autorità giudiziarie allo scopo di indagare e perseguire i militari della Federazione Russa per i crimini ambientali, compreso il reato di “ecocidio”;
  5. Far appello ai tribunali e agli organi internazionali di sorveglianza delle riparazioni, ottenere il riconoscimento delle responsabilità della Federazione Russa per la distruzione dell’ambiente e degli ecosistemi;
  6. Facilitare l’applicazione degli accordi multilaterali che coinvolgono l’Ucraina al fine di riconoscere la responsabilità della Russia per le violazioni di tali accordi, utilizzando meccanismi di risoluzione delle controversie e meccanismi di controllo affinché vengano rispettati;
  7. Adottare ed attuare la legislazione UE in maniera di difesa, protezione e tutela dell’ambiente e istituire nuove aree protette in Ucraina, comprese eventuali zone minate e contaminate a seguito di azioni militari;
  8. Proseguire e intensificare il monitoraggio e la valutazione dei danni ambientali già causati da azioni militari e da danni futuri. Si raccomanda di documentare tutti gli eventi e di conservare i dati, applicando l’approccio eco-sistemico alla valutazione dei danni promosso dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), allo scopo di determinare in che misura essi abbiano influito negativamente sulla sopravvivenza e sul benessere della popolazione e dell’ambiente biofisico;
  9. Il monitoraggio e la valutazione dei danni devono essere effettuati in conformità con le metodologie e le tecnologie scientifiche più avanzate delle seguenti organizzazioni: UNEP, Agenzia Europea per l’Ambiente, segretariati del Gruppo Intergovernativo di Esperti sul Cambiamento Climatico (IPCC) e la Piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi Ecosistemici (IPBES). Anche il gruppo di lavoro intergovernativo sui danni ambientali in Ucraina, composto da 21 agenzie governative statunitensi, tra cui la NASA, offrirà il proprio contributo;
  10. Al momento della pianificazione della ricostruzione, devono essere redatti protocolli sintetici di monitoraggio e di valutazione da consegnare alla Commissione per i ricorsi e i risarcimenti, annunciata dal Presidente ucraino.
  11. Seguire i principii del Green Deal europeo per la ricostruzione post-bellica dell’Ucraina, in particolare per l’adozione di nuove leggi, l’elaborazione di politiche e programmi di bilancio;
  12. Proseguire le riforme nei settori della gestione dei rifiuti, dell’acqua, delle riserve naturali (compresa la “Rete Smeraldo”), della silvicoltura e dell’energia, in linea con le direttive dell’UE e le politiche europee di Green Deal;
  13. Adottare e attuare la legislazione sulle licenze ambientali integrate e sul controllo dell’inquinamento industriale in linea con i requisiti della Direttiva UE sulle emissioni industriali;
  14. Avviare una riforma del monitoraggio ambientale statale per rivedere il livello di responsabilità in caso di mancato rispetto delle disposizioni della legislazione ambientale, applicando le misure necessarie;
  15. Sostenere la decarbonizzazione dell’economia ucraina attraverso la promozione di tecnologie e strumentazione a bassi livelli di emissioni di carbonio e stimolare la transizione verso un’economia circolare;
  16. Dopo la fine delle ostilità, condurre test di stress sulle centrali nucleari, adottare misure per ridurre la loro vulnerabilità agli attacchi, sostenere una riforma urgente dell’AIEA;
  17. Introdurre incentivi finanziari per le imprese e le autorità locali per promuovere l’innovazione in materia di ambiente, tecnologie pulite e soluzioni che prevedano bassi livelli di emissioni di carbonio.
  18. Continuare a coinvolgere la società civile nel processo decisionale e rafforzare il partenariato tra società civile e governo nel processo di valutazione dell’entità dei danni causati dalla Federazione Russa e nella pianificazione e attuazione dei progetti di ricostruzione in Ucraina;
  19. Rafforzare la capacità umana e istituzionale del Ministero per la Tutela dell’Ambiente e delle Risorse naturali dell’Ucraina come autorità centrale all’interno del governo ucraino;
  20. Rivedere la parte relativa all’ambiente del Piano di ricostruzione dell’Ucraina presentato a Lugano, alla luce dei requisiti del Green Deal dell’UE e degli attuali impegni internazionali dell’Ucraina in materia di protezione ambientale;
  21. Monitorare l’inquinamento dei terreni agricoli causato dagli attacchi aerei e stabilire di conseguenza un limite all’uso agricolo di tali terreni o escluderli.

Alla luce di quanto esposto sopra, i partecipanti alla conferenza internazionale si rivolgono alle organizzazioni internazionali con la richiesta di:

  1. Fornire assistenza nella valutazione e raccolta delle prove dei danni causati all’ambiente;
  2. Sostenere le autorità nazionali che indagano sui crimini legati all’aggressione della Federazione Russa;
  3. Istituire un meccanismo investigativo per raccogliere dati che possano diventare prove nelle indagini sui crimini contro l’ambiente;
  4. Creare una Commissione speciale sulle riparazioni per indagare i danni ambientali arrecati dalle ostilità;
  5. Assicurare i fondi per il ripristino dell’ambiente danneggiato o distrutto a seguito alle azioni militari in Ucraina;
  6. Partecipare e fornire l’assistenza finanziaria, tecnica e professionale per una ricostruzione sostenibile dell’Ucraina;
  7. Sostenere l’armonizzazione della legislazione nazionale con quella dell’UE assieme alla riforma istituzionale per l’ambiente.

Regione di Lviv, Ucraina

4−6 luglio 2022

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