Testimonianze contro se stessi

Come i russi a Cherson attaccano regolarmente i civili, vantandosene.
Serhij Okunev20 Novembre 2025UA DE EN ES FR IT RU

Херсон, @ Cергій Окунєв Херсон, @ Cергей Окунев

Cherson, @ Serhij Okunev

L’Istituto americano per lo studio della guerra (Institute for the Study of War) ha reso noto, a ottobre, un dato inquietante: nella sola città di Cherson, a partire dal 2023, sono morti più di 2800 civili a causa di attacchi da parte di droni russi.

Cherson e la sua regione sono diventate, purtroppo, l’esempio più lampante della tattica russa del terrore per mezzo di droni. La città si trova a pochi chilometri dal territorio occupato ed è divisa in due parti dal fiume Dnipro, diventato la linea di confine del fronte.

Ora, quando da tempo gli attacchi sistematici contro i civili non sorprendono più nessuno e sono diventati un atto quotidiano da parte degli occupanti, la particolarità della regione di Cherson è che, in molti casi, i russi ostentano e si vantano dei crimini di guerra commessi.

Serhij Okunev, giornalista e attivista per i diritti umani, ha analizzato i canali della propaganda russa e anche quelli ufficiali delle unità militari degli occupanti, per poter affermare con certezza: i russi non tentano nemmeno di nascondere i propri crimini.

“Safari” o poligono di allenamento. Come i russi si vantano delle uccisioni quotidiane degli abitanti di Cherson

Джерело фото: російській пропагандистський телеграм-канал “От Мариуполя до Карпат”

Fonte foto: canale Telegram propagandistico russo “Ot Mariupolja do Karpat” (Da Mariupol’ ai Carpazi)

Gli attacchi continui dei droni russi contro gli abitanti della riva destra della regione di Cherson sono diventati quotidianità già nel 2023; la situazione ha però raggiunto dimensioni scioccanti nel 2025. A causa dello sviluppo generale dei droni e dell’aumento della loro produzione e del loro utilizzo, nell’ottobre del 2025 nella regione di Cherson i russi hanno lanciato più droni in una settimana che nell’ottobre del 2024 in un mese intero. I dati più recenti dell’amministrazione regionale militare parlano di più di 2500 droni nell’arco di sette giorni, la maggior parte FPV (First Person View) e “con sgancio”.

Nel caso dei crimini di guerra perpetrati a Cherson, sorprende il fatto che i propagandisti russi e persino i canali ufficiali non cerchino affatto di coprire i propri crimini. Sui canali Telegram vengono pubblicati regolarmente video di attacchi contro la popolazione civile. Su un solo canale di questo tipo sono stati pubblicati centinaia di video di attacchi contro mezzi di trasporto pubblico. Emblematico è che i russi non cerchino nemmeno di mentire parlando di “obiettivi militari” e coprire gli attacchi ai danni dei civili.

“Nulla di personale, soltanto l’ennesimo mezzo di trasporto nella zona. Ancora una volta. Qualsiasi mezzo di trasporto nella zona rappresenta un obiettivo legittimo”, scrivono gli occupanti sui propri canali.

I russi chiamano “zona” il grande territorio della città di Cherson, incluso il centro storico. Nelle proprie comunicazioni gli occupanti non negano che distruggeranno “qualsiasi mezzo di trasporto” e lo chiamano “obiettivo legittimo”. È chiaro che tali atti siano a tutti gli effetti dei crimini di guerra e che nessuna “legge”, nemmeno la pseudo-legge russa, possa ammettere attacchi simili.

Tuttavia, non è detto che si stia al sicuro se non ci sono mezzi di trasporto per strada. Le riprese russe mostrano molte immagini di attacchi contro persone comuni, ciclisti e passanti. Il 26 agosto è stato pubblicato un video dello sgancio di un esplosivo su un uomo che portava a spasso il cane. Anche stavolta i russi non si sono nemmeno sforzati di farlo passare per soldato.

“Non abbiamo pietà di nessuno. Risparmiatevi i piagnistei”, scrivono gli occupanti.

Oltre a immagini di attacchi diretti, i russi pubblicano di continuo anche spiegazioni delle proprie azioni. La tesi principale dei russi è che durante l’occupazione russa non c’erano atti di questo tipo ed essi termineranno una volta che l’esercito russo avrà riconquistato la riva destra della regione di Cherson. Tali azioni sono un atto di terrore, cioè un’azione violenta contro la popolazione civile al fine di impaurirla, per impedire che essa ostacoli il raggiungimento dei propri obiettivi.

La guerra alla Protezione civile. Come i soccorritori ucraini sono diventati uno degli obiettivi prioritari degli occupanti

Джерело фото: російській пропагандистський телеграм-канал “От Мариуполя до Карпат”

Fonte foto: canale Telegram propagandistico russo “Ot Mariupolja do Karpat” (Da Mariupol’ ai Carpazi)

Nel 2024 e nel 2025 il lavoro della Protezione civile nei luoghi degli attacchi nemici è diventato sempre più pericoloso. I russi colpiscono ripetutamente e intenzionalmente i luoghi anche dopo l’arrivo dei soccorritori. Questa prassi è diffusa nelle regioni di Donec’k e Charkiv, ma in quella di Cherson si è trasformata in una vera e propria guerra contro i soccorritori ucraini.

Il 28 settembre gli occupanti russi hanno pubblicato il seguente comunicato:

“Presto, se non già ORA, sarà presa la decisione di inserire la Protezione civile nella lista degli obiettivi a carattere prioritario. Luoghi di dislocazione, posteggi e punti di assistenza saranno eliminati. Il personale è da considerarsi potenziale minaccia.”

Questa specie di “avvertimento” non è l’annuncio del terrore contro la Protezione civile, ma la prosecuzione di una prassi sistematica. I russi pubblicano decine di video di attacchi contro i soccorritori impegnati a spegnere incendi in abitazioni e ai loro mezzi di trasporto. Ci sono numerose notizie di attacchi simili date anche da organi di stampa e dalla stessa Protezione civile.

In precedenza, le statistiche indicavano che dall’inizio dell’invasione su vasta scala della regione di Cherson erano morti a causa dell’aggressione russa nove soccorritori intenti a svolgere il proprio lavoro; in 49 erano rimasti feriti. I dati erano attuali nel 2024, ora la cifra potrebbe essere aumentata.

Nel solo 2025 una delle fonti propagandistiche principali degli occupanti ha comunicato 15 volte attacchi contro la Protezione civile o la loro preparazione.

“È necessario aumentare la quantità di minamento a distanza e i susseguenti attacchi contro gruppi impegnati nella liquidazione delle conseguenze, e anche contro la Protezione civile. Prima gli organi comunali si trovavano nella lista “leggera”, dato che in parte lavoravano alla ricostruzione dell’infrastruttura civile; ora, così come la Protezione civile, rappresentano un obiettivo prioritario e devono essere eliminati”.

Crimine di guerra diretto. Il diritto umanitario internazionale a proposito degli attacchi contro i soccorritori

Nonostante i russi, parlando dei membri della Protezione civile, si siano inventati il termine “obiettivi legittimi”, il diritto umanitario internazionale testimonia dei crimini di guerra da parte dei russi. Gli organi di protezione civile e le organizzazioni umanitarie che forniscono soccorso alla popolazione civile e non prendono parte alle attività belliche non possono essere obiettivi di attacchi. Il Protocollo aggiuntivo I alle Convenzioni di Ginevra del 1977, uno dei documenti chiave del diritto umanitario internazionale che determina le regole e i metodi di conduzione della guerra, definisce quali organizzazioni debbano essere considerate organi di protezione civile.

Articolo 61: Con l’espressione “protezione civile” si intende l’assolvimento di alcuni o di tutti i compiti umanitari (…) che sono destinati a proteggere la popolazione civile dai pericoli delle ostilità o delle calamità, e ad aiutarla a superare gli effetti immediati (…).

In tali compiti rientrano 15 criteri, in particolare: servizio di allarme e lotta contro gli incendi, operazioni di salvataggio, attività mediche, sanitarie, di evacuazione e altre attività umanitarie.

Articolo 62: Protezione generale

  1. Gli organismi civili di protezione civile e il loro personale saranno rispettati e protetti, conformemente alle disposizioni del presente Protocollo, con particolare riguardo alle disposizioni della presente Sezione. Essi avranno il diritto di assolvere i loro compiti di protezione civile, salvo il caso di necessità militare imperiosa.
  2. Le disposizioni del paragrafo 1 si applicheranno anche ai civili che, senza appartenere agli organismi civili di protezione civile, rispondono ad un appello delle autorità competenti e assolvono, sotto il controllo di queste, compiti di protezione civile.
  3. Gli edifici e il materiale impiegati per scopi di protezione civile, nonché i ricoveri destinati alla popolazione civile ricadranno sotto l’articolo 52. I beni utilizzati per gli scopi di protezione civile non potranno essere né distrutti né distolti dalla loro destinazione, se non ad opera della Parte alla quale appartengono.
    Nello Statuto di Roma della Corte penale internazionale, che definisce quali attività debbano essere considerate crimini di guerra, si sottolinea che gli attacchi intenzionali effettuati contro infrastrutture civili, cioè infrastrutture che non sono obiettivi militari, rientrano nei crimini di guerra (cfr. articolo 8 (2) (b) (iii)).

Nel 2011 è stata instaurata la Commissione internazionale delle Nazioni Unite presso l’Alto Commissariato per i Diritti umani (OHCHR) il cui obiettivo è indagare sulle violazioni del diritto umanitario internazionale e del diritto internazionale dei diritti umani nella Repubblica Araba di Siria.

La commissione, a seguito di un’indagine, ha riconosciuto che gli attacchi sistematici contro i pompieri e i “caschi bianchi” ad Aleppo rappresentano una violazione del diritto umanitario internazionale nonché un crimine di guerra. Ciò viene segnalato nei rapporti del 2016 e del 2018. L’aviazione strategica russa ha preso parte attiva agli attacchi in Siria contro tali organizzazioni umanitarie. Le stesse forze armate attaccano dal 2022 l’infrastruttura civile ed energetica dell’Ucraina.

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