Dichiarazione di Memorial sull’attribuzione del Premio Nobel

Uno Stato che disdegna i diritti umani all’interno del proprio paese rappresenta inevitabilmente una minaccia per la pace.
22 Ottobre 2022UA DE EN ES FR IT RU

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Oggi il Premio Nobel per la Pace è stato assegnato all'attivista bielorusso per i diritti umani e prigioniero politico Ales’ Beljackij, al Centro ucraino per le libertà civili e a Memorial.

Siamo grati al Comitato del Nobel per questo premio prestigioso.

L’idea e la missione di Memorial sono i diritti umani, la storia, l’aiuto alle vittime della repressione, la lotta contro la violenza statale. Memorial è una rete, persone, è un movimento. Lavoriamo in Russia, in Ucraina, in altri paesi, e continuiamo l’opera, iniziata da Andrej Sacharov e Arsenij Roginskij più di trent'anni fa.

Allo stesso modo di altre organizzazioni sociali della Russia, Memorial subisce pesanti persecuzioni da parte delle autorità governative. Tuttavia la memoria e la libertà non si possono proibire. Perciò continuiamo il nostro lavoro e lo continueremo in qualsiasi circostanza.

Ricordiamo sempre Ales’ Beljackij e gli altri prigionieri politici nelle carceri russe e bielorusse, così come i nostri colleghi ucraini che sono costretti a lavorare in condizioni di guerra.

Il Premio è stato assegnato mentre la Russia sta conducendo una guerra di occupazione in Ucraina, mentre i diritti e le libertà delle persone all’interno della stessa Russia vengono continuamente violati. Ora più che mai è importante ricordare la tesi che ormai molti decenni fa ha formulato Andreij Sacharov: pace, progresso, diritti umani sono tre obiettivi indissolubilmente legati. Non si può ottenerne uno, trascurando gli altri. Uno Stato che disdegna i diritti umani all’interno del proprio paese rappresenta inevitabilmente una minaccia per la pace.

Memorial, 7 ottobre 2022

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