Posizione dell’iniziativa «Tribunale per Putin» sul comunicato di Amnesty International

Posizione dell’Iniziativa delle organizzazioni di difesa dei diritti civili “Tribunale per Putin” (T4P) in merito al comunicato di Amnesty International (AI) riguardante le violazioni del diritto internazionale umanitario da parte delle Forze armate ucraine.
31 Agosto 2022UA DE EN ES FR IT RU

Фото: Depositphotos [amnesty international міжнародна амністія] Foto: Depositphotos Photo: Depositphotos Foto: Depositphotos Photo: Depositphotos Foto: Depositphotos Фото: Depositphotos

Foto: Depositphotos

Il 4 agosto Amnesty International (AI) ha pubblicato un comunicato dal titolo «Ucraina: la tattica di combattimento dei militari ucraini mette in pericolo i civili». Tale comunicato è basato su una ricerca svolta a partire dall’aprile 2022 e contiene un’analisi dell’utilizzo di siti civili da parte delle Forze Armate ucraine, nonché delle azioni del governo per assicurare la sicurezza dei civili in conformità con il diritto internazionale umanitario.

il comunicato non contiene riferimenti a ricerche più dettagliate, che offrano un quadro più ampio oppure che spieghino la metodologia della ricerca, la quantità dei materiali raccolti o delle interviste condotte, né informazioni più dettagliate sui fatti. il comunicato fa spesso riferimento a prove, come immagini satellitari, analisi delle armi, interviste, ecc., che non sono state rese pubbliche. Pertanto, si presume che ad oggi non esista alcun rapporto dettagliato.

Bisogna prendere in considerazione anche un altro rapporto di Amnesty International, pubblicato il 13 giugno «Ucraina, si può morire in qualsiasi momento: attacchi indiscriminati dei militari russi a Kharkiv», visto che anch’esso è menzionato nel comunicato.

In generale, si osserva che il rilascio di un comunicato senza un resoconto dettagliato, senza la presentazione delle prove raccolte o senza alcun altro materiale di supporto fa sorgere un ragionevole dubbio sulla validità del comunicato, sull’affidabilità delle prove raccolte e sulla validità delle conclusioni e delle accuse. Non mettiamo in dubbio la veridicità delle citazioni o dei fatti pubblicati, tuttavia, per trarre le conclusioni e muovere le accuse indicate nel comunicato, sarebbe necessario esaminare molte altre informazioni aggiuntive, che non sono nemmeno menzionate nel comunicato di AI.

Obblighi degli stati in accordo con il diritto internazionale umanitario (DIU).

AI afferma che le forze Armate Ucraine stanno creando basi militari in aree residenziali popolate, in particolare in scuole e ospedali, trasformando i siti civili in obiettivi militari legittimi. Inoltre, si sostiene che le truppe ucraine abbiano lanciato attacchi da punti abitati provocando così attacchi russi anche su obiettivi civili. Si sostiene inoltre che lo stato non stia adempiendo ai propri obblighi di evacuazione dei civili né che vengano adottate misure adeguate a proteggerli.

Il diritto internazionale umanitario (DIU) distingue tra obiettivi civili e militari e impone allo Stato l’obbligo di condurre operazioni militari in modo tale da garantire la massima protezione possibile ai civili. Fra gli esempi di tali misure ci sono l’evacuazione, l’avviso di pericolo, la costruzione dei rifugi, la diffusione di informazioni e avvisi, la difesa dei siti civili e l’adozione di altre misure precauzionali. Inoltre, i militari dovrebbero evitare di utilizzare i siti civili per evitare che si trasformino in obiettivi militari legittimi. Tuttavia, l’adozione di determinate misure dipende da molteplici fattori, in particolare dalle possibilità oggettive dello Stato e dei militari, dalla disponibilità delle risorse, dall’analisi delle minacce esistenti, dalla disponibilità di azioni alternative per i militari che potrebbero minimizzare i danni, dalla tattica della parte attaccante ecc.

Dunque, per muovere delle accuse di mancata adempienza delle disposizioni di DIU, bisogna studiare in profondità varie circostanze in ogni singolo caso.

Va sottolineato, che secondo il diritto internazionale umanitario l’uso delle scuole da parte dei militari non è espressamente vietato. L’uso militare di queste strutture rende questi edifici obiettivi militari legittimi, il che può mettere a rischio i civili o il successivo utilizzo degli edifici. Tuttavia, l’illegittimità dell’uso militare dei siti civili, incluse scuole o ospedali, quando i civili non sono presenti, è in generale una questione piuttosto dibattuta nel diritto internazionale. Ad oggi esistono solo raccomandazioni su questo tema, ma la loro attuazione dipende dall’analisi di molte altre circostanze, in particolare della stima dei danni potenziali.

Purtroppo, nel comunicato dell’AI non abbiamo visto un’analisi di tutti i fattori importanti che possono permettere di stabilire se ci fosse o meno una violazione del diritto internazionale umanitario nei casi divulgati.

L’adempimento degli obblighi di diritto internazionale umanitario da parte dell’Ucraina.

I civili sono messi a rischio dalle attuali tattiche dell’Esercito Ucraino?

il comunicato cita interviste ad alcune persone e ricerche svolte in tre regioni dell’Ucraina: Kharkiv, Donetsk e Mykolaiv, più un caso a Odessa.

Va osservato, che il rapporto di AI del 13 giugno sul bombardamento di Kharkiv non contiene informazioni sul costante utilizzo da parte dell’esercito ucraino di siti civili, tra cui scuole e ospedali. Non abbiamo riscontrato nel comunicato alcun fatto significativo che possa cambiare le conclusioni fornite dall’IA nell’altro rapporto, e nemmeno delle informazioni sulle tattiche delle Forze Armate ucraine pericolose per i civili. Questo viene ribadito anche nel comunicato di AI.

Ciò mette in dubbio la conclusione generale del comunicato dell’AI, secondo cui esistono tattiche specifiche delle Forze Armate ucraine per l’uso di obiettivi civili. Se gli stessi ricercatori riconoscono che ciò non riguarda neanche la regione di Kharkiv, è improbabile che la generalizzazione sulle tattiche delle Forze Armate ucraine, basata sullo studio di due sole aree, possa essere considerata un’affermazione accurata.

Ricapitolando, nell’analisi di simili violazioni è indispensabile ogni volta verificare, quale fosse ’intenzione specifica dei militari in questo caso (se c’era l’intenzione di usare i civili come scudo); se sono state fornite le informazioni ai civili; se l’evacuazione è stata proposta o impedita ecc. Finora, i difensori ucraini dei diritti umani hanno avuto informazioni solo su casi isolati in cui l’esercito ucraino ha deliberatamente ostacolato l’evacuazione o ha tentato di usare i civili come scudo.

È inoltre importante chiarire le possibilità di azioni alternative da parte dei militari. Non basta dire che è possibile ritirarsi dalla città, o ripararsi in un bosco vicino, perché questi passi alternativi dovrebbero prevedere la capacità di resistere comunque in una guerra aggressiva.

È altrettanto importante valutare l’impatto dell’occupazione sui civili. I casi di massacri, torture, sparizioni di civili nei territori occupati si contano a migliaia. In tali circostanze, nel valutare le conseguenze dell’occupazione, l’azione protettiva all’interno dei centri abitati è forse l’unico modo per evitare ai civili di diventare vittime di numerosi crimini umanitari internazionali. È evidente che, in una situazione del genere, la necessità di preservare l’integrità delle strutture civili e di garantire il diritto all’istruzione non sembrano una priorità, poiché la priorità è la difesa della vita e la protezione contro la perpetrazione di crimini internazionali da parte delle forze armate russe.

Una menzione a parte merita l’uso delle scuole e degli ospedali da parte dell’esercito.

Possiamo citare a titolo d’esempio una ricerca basata su metodi più affidabili rispetto alle interviste casuali, ovvero il rapporto del Centro regionale di difesa dei diritti di Luhansk “Alternativa”, che ha redatto un rapporto sulla distruzione degli edifici di sanità pubblica da febbraio fino alla fine di maggio 2022. Il rapporto, ha documentato 65 casi di attacchi militari russi, contro strutture di sanità pubblica sul territorio dell’Ucraina. Allo stesso tempo, non viene riscontrata alcuna presenza di militari in questi ospedali, o tanto meno di basi nell’area degli ospedali.

il comunicato di AI menziona la presenza dei militari in 22 delle 29 scuole visitate. Non viene esplicitato, ma è chiaro che queste scuole erano completamente vuote. Come abbiamo già detto, il loro uso non costituisce di per sé una violazione del diritto internazionale umanitario e per trarre delle conclusioni su questa pratica è necessario indagare su altre circostanze. Tuttavia, l’AI non cita ulteriori dati. Nella nostra valutazione, la priorità è chiaramente la conservazione della vita di civili e militari e la protezione del territorio da attacchi, che potrebbero comportare conseguenze ancor più catastrofiche, nonostante gli eventuali danni a singole strutture civili.

A Bakhmut, secondo il comunicato di AI, i militari ucraini hanno utilizzato un’università che è stata oggetto di un attacco, che ha causato la morte di 7 soldati. Tuttavia, anche questa informazione non può essere considerata una violazione del diritto internazionale umanitario, poiché non c’erano civili, pertanto nessun civile è stato colpito e non è chiaro se ci fossero altre opzioni per il dispiegamento dei militari.

Amnesty International giunge alla conclusione che è proprio la presenza dell’esercito che provoca gli attacchi dell’artiglieria russa su siti civili. Tuttavia, per una conclusione così generale sarebbe opportuno analizzare più informazioni, cosa che non fa il comunicato.

A Bakhmut, ad esempio, i militari avevano l’ordine di stare lontani dalle scuole. Le scuole in questione erano chiuse, se non per qualche sporadica distribuzione degli aiuti umanitari da parte delle autorità locali. Tuttavia, ad oggi, su 14 scuole esistenti, 12 sono state danneggiate dagli attacchi missilistici delle forze armate russe.

Ecco come un attivista locale per i diritti umani descrive la situazione a Kramatorsk: “...all’interno delle due scuole danneggiate non c’erano i militari. Un’ala della scuola № 15 (che comprendeva la palestra e la mensa) e metà della scuola № 23 sono state completamente distrutte. Non c’era né il personale né le attrezzature militari.

Un quadro simile si può osservare in quasi tutti i centri abitati nella zona delle ostilità attive o entro 20 km dalla linea di demarcazione. La causa di questo sta nelle tattiche delle forze armate russe, che attaccano indiscriminatamente tutti i centri abitati, indipendentemente dalla presenza o meno dei militari. Di conseguenza, molti villaggi e città delle regioni di Luhansk e Donetsk sono stati distrutti o danneggiati del 70-90%.

Per questo motivo, l’affermazione che le tattiche delle Forze Armate ucraine provocano gli attacchi ai siti civili è poco argomentata e non tiene conto delle specificità delle tattiche di offensiva delle Forze Armate russe. In linea di principio, proprio questo è stato perfettamente illustrato nel rapporto di AI del 13 giugno sul bombardamento di Kharkiv, ma per qualche motivo queste conclusioni sono escluse dal comunicato di AI.

Allo stesso tempo, la maggior parte degli esempi non analizza come le Forze Armate ucraine possano difendere gli insediamenti, se devono completamente ritirarsi da essi? Esistono sedi alternative per i militari? Qual è il danno che potrebbe essere arrecato e cosa si fa per evitarlo?

Allo stesso tempo, la maggior parte degli esempi non risponde alla domanda: come potranno le forze armate ucraine proteggere i centri abitati, se saranno ritirati dalla zona? Esistono luoghi di dislocazione militare alternativi? Quale danno potrebbe essere causato da questo e cosa si sta facendo per evitarlo?

Applicazione di misure per la protezione dei civili

Nel suo comunicato, AI accusa le forze Armate ucraine di non aver protetto i civili in modo adeguato. Eppure, di nuovo, l’assenza di prove e argomentazioni importanti, oltre alle parole dei singoli intervistati, rende a nostro avviso tale comunicato palesemente insufficiente per trarre conclusioni generali.

Così, secondo i dati ufficiali di aprile-maggio 2022, quasi i ¾ della popolazione civile è stata evacuata dalla regione di Donetsk. A febbraio la popolazione della regione era di circa 1 milione 670 mila abitanti, ne sono rimasti circa 400 mila; su 200 mila residenti di Kramatorsk ne sono rimasti circa 40 mila. Tale situazione rende scorretto l’uso del termine “aree densamente popolate” nelil comunicato.

La valutazione della gravità dei rischi per i civili è impossibile senza un’analisi dello stato di evacuazione. Il fatto che i residenti, pur trovandosi in zona di ostilità attive, non vogliano essere evacuati crea un altro problema, attinente alla sfera dei diritti umani. Un intervistato afferma nelil comunicato dell’AI che si rifiuta di essere evacuato. Accusare lo Stato di non adempiere alle proprie responsabilità, senza valutare questi casi sarebbe infondato e affrettato.

Conclusioni

Il comunicato di AI non fornisce un resoconto dettagliato dei fatti raccolti o un’analisi dei fattori importanti che permettano di confermare le effettive violazioni del diritto internazionale umanitario da parte delle Forze Armate Ucraine. In particolare, il comunicato ignora completamente fattori importanti come il carattere e la tattica dell’attacco da parte dell’aggressore, le misure adottate dall’Ucraina per prevenire, informare, proteggere o evacuare i civili e un’analisi delle alternative disponibili per la dislocazione dei militari.

In base agli standard di organizzazione delle prove, non è possibile determinare se vi siano state violazioni del diritto internazionale umanitario nella maggior parte dei casi citati nel comunicato, sia a causa della mancanza di prove, sia per l’assenza di un’analisi dei fattori necessari, quindi, in linea di principio, possiamo mettere in dubbio la generalizzazione dell’AI sull’effettiva esistenza di tattiche comuni delle Forze armate ucraine.

In conclusione, la generalizzazione riportata nel titolo del comunicato e presente nel testo non è supportata da prove adeguate.

Richiamiamo l’attenzione di AI sull’importanza di diffondere le dichiarazioni con la piena divulgazione di tutte le prove e con una più dettagliata motivazione delle accuse, rivolte alle parti del conflitto militare, per evitare che:

  • possano minare la credibilità dell’operato delle organizzazioni per i diritti umani nelle indagini sui crimini umanitari internazionali,
  • possano contribuire alla propaganda delle parti di un conflitto militare,
  • possano essere usate per giustificare la perpetrazione dei crimini umanitari internazionali.

La Missione di monitoraggio delle Nazioni Unite, l’OSCE e le organizzazioni nazionali per i diritti umani hanno diffuso in precedenza delle informazioni sulle violazioni del diritto internazionale umanitario da parte delle forze armate ucraine, in particolare per quanto riguarda la protezione dei civili, l’uso di strutture civili da parte dei militari e i problemi significativi riguardanti l’evacuazione, soprattutto di persone con la mobilità limitata o non deambulanti. Tuttavia, questi fatti non forniscono motivi per sostenere che ci siano tattiche specifiche delle Forze armate ucraine per quanto riguarda le violazioni del diritto internazionale umanitario o che l’esercito russo stia bombardando siti civili solo a causa del loro utilizzo da parte dei militari ucraini.

Non sosteniamo la campagna di pressione su Amnesty International e la sua privazione dell’accreditamento presso le Forze armate ucraine. Siamo interessati a dialogare con le organizzazioni internazionali per raccogliere informazioni su possibili violazioni dei diritti umani o crimini internazionali allo scopo di sviluppare e implementare le raccomandazioni alle autorità ucraine.

L’Iniziativa globale “Tribunale per Putin” (T4P) è stata creata in risposta all’aggressione su vasta scala della Russia nel febbraio 2022. L’iniziativa documenta eventi qualificabili come crimini ai sensi dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale (genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra) in tutte le regioni colpite del paese. L’iniziativa agisce attivamente a livello internazionale per utilizzare i meccanismi esistenti dell’ONU, del Consiglio d’Europa, dell’OSCE, dell’UE e della Corte penale internazionale per prevenire questi crimini aggressivi e consegnare i responsabili alla giustizia.

All’Iniziativa hanno aderito: Unione ucraina di Helsinki per i diritti umani, Gruppo di protezione dei diritti umani di Kharkiv, Centro per le libertà civili, Truth Hounds, La Strada, Ecologia – Diritto – Uomo, DocuDays UA, Gruppo di protezione dei diritti umani di Chuhuev, Gruppo di protezione dei diritti umani Nord, Centro di protezione dei diritti umani di Cherkasy, fondo regionale di carità e salute di Kherson, filiale di Kherson del Comitato degli elettori dell’Ucraina, “Territorio del successo” di Kropyvnytskyi, filiale regionale di Odesa del Comitato degli elettori dell’Ucraina, organizzazione civica “MART” di Chernihiv, Centro didattico per i diritti umani a Chernihiv, Lega giuridica di Podolsk , Gruppo per i diritti umani “SICH” di Dnipro, Centro per la ricerca giuridica e politica “SiM" a Lvov, sportelli per i cittadini di dell’Unione Ucraina di Helsinki per i diritti umani Kramatorsk, Toretsk, Mariupol, Pokrovsk, Chernivtsi, Zaporizhzhia, Uzhgorod.

La nostra Iniziativa è unica nel suo genere perché la sua metodologia di documentazione permette di riprodurre con precisione quasi quotidiana la cronologia dei crimini di guerra, a partire dal 24 febbraio, utilizzando il “metodo dell’ingrandimento”, ovvero passando dal livello regionale fino al più piccolo insediamento. È l’unica iniziativa che abbia costruito una rete basata su organizzazioni regionali, ciascuna responsabile di un’area specifica e operante per anni prima dell’invasione su vasta scala.

Condividere l'articolo