Le voci di Mariupol’: un documentario del Gruppo di difesa dei diritti umani di Charkiv

I protagonisti del nostro documentario vivevano una vita normale e felice. Marija Vdovyčenko, liceale spensierata, sognava di ballare alla festa della maturità; la dottoressa Hanna Ševčyk coccolava i neonati, e Jevgen Sosnov’skyj aveva successo come fotografo di talento. Il 24 febbraio 2022 i russi hanno trasformato la città che amavano in un inferno.
Denys Volocha, Andrij Didenko, Anna Zacharova03 Novembre 2024UA DE EN ES FR IT RU

Il 24 febbraio 2022, di prima mattina, Mariupol’ ha subito un bombardamento lanciato dal territorio della Federazione Russa, in primo luogo verso i quartieri situati sulla riva sinistra del fiume.

Fino al 1° marzo sono stati bombardati i quartieri orientali, più vicini al confine russo. Fino al 2 marzo le forze armate russe hanno accerchiato Mariupol’ da ovest, est e nord, e hanno bloccato l’accesso alla città da sud, dal lato del mare d’Azov, usando mezzi navali. Dal 2 marzo la città è rimasta senza acqua corrente, elettricità e gas; il riscaldamento non funzionava più, e non funzionavano neanche i telefoni cellulari. Da quel momento ogni quartiere della città è stato preso di mira senza requie dalle bombe, dai razzi e dall’aviazione della Russia.

© Євген Сосновський, місто Маріуполь © Photo illustrations by Yevhen Sosnovsky © Евгений Сосновский, город Мариуполь

Didascalia: © Jevgen Sosnov’skyj, città di Mariupol’

Oltre alle abitazioni civili, le forze armate russe hanno distrutto metodicamente tutte le infrastrutture necessarie alla sopravvivenza della città: i servizi di emergenza e di approvvigionamento alimentare, gli ospedali eccetera. Bombardamenti intensi e sistematici hanno tolto ogni possibilità di far sfollare la popolazione verso il resto del paese. Molte persone fuggite a proprio rischio e pericolo si sono prese una pallottola.

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Didascalia: © Jevgen Sosnov’skyj, città di Mariupol’

Alcuni abitanti di Mariupol’ hanno lasciato la città a piedi per raggiungere i territori controllati dal governo ucraino. Molti altri sono stati obbligati a sfollare verso la cosiddetta Repubblica popolare di Donec’k o verso la Federazione Russa. Tutti costoro sono stati sottoposti al filtraggio, inteso a far passare soltanto gli ucraini leali alla Russia. Veniva verificata, per esempio, l’appartenenza agli organi statali ucraini, all’esercito ucraino o ad altre attività a favore dell’Ucraina; venivano esaminati eventuali tatuaggi e il contenuto dei telefoni cellulari.

© Євген Сосновський, місто Маріуполь © Photo illustrations by Yevhen Sosnovsky © Евгений Сосновский, город Мариуполь

Didascalia: © Jevgen Sosnov’skyj, città di Mariupol’

I bombardamenti di abitazioni, scuole e ospedali, del teatro e della piscina, a volte utilizzati come rifugio antiaereo, hanno causato numerose vittime tra gli abitanti di Mariupol’. Molti sono stati uccisi da cecchini. Da varie fonti ufficiali, i civili morti in città sono 87000.

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Didascalia: © Jevgen Sosnov’skyj, città di Mariupol’

L’assedio ha interrotto i rifornimenti di cibo, acqua e medicine. Gli abitanti di Mariupol’ hanno dovuto raccogliere l’acqua piovana o usare quella dei tubi per il riscaldamento. Il cibo veniva cotto in fuochi all’aperto, i morti venivano sepolti nei cortili in fosse comuni.

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Didascalia: © Jevgen Sosnov’skyj, città di Mariupol’

Dalla fine di aprile a quando è stato tolto l’assedio, le forze armate russe hanno sferrato attacchi devastanti sulle infrastrutture della fabbrica “Azovstal’”, dove si trovava il reggimento “Azov”, alcuni civili e fanti di Marina. L’occupazione della città è stata completata il 20 maggio 2022, quando sono state fatte prigioniere le persone che si trovavano nella fabbrica.

“Dobbiamo vincere questa guerra. Ci riusciremo se gli ucraini crederanno nelle proprie forze sulla propria terra, che non si può cedere al nemico senza combattere”.

Bohdan Krotevyč (“Таvr”)


Ai seguenti link si possono leggere le singole storie dei nostri protagonisti:

‘Prima c’era un essere umano, poi solo pezzi di carne’ una laureata di Mariupol che ha attraversato l’inferno

Sterilizzare le siringhe con la vodka e cercare schegge nella schiena. Cosa vuol dire essere dottoressa in un rifugio?

Scoprire di essere incinta il 24 febbraio a Mariupol. Continuazione della storia della dottoressa nel rifugio

‘La mamma voleva avvelenarsi. Dopo le hanno portato una lettera che diceva che eravamo vivi’. Storia della dottoressa di Mariupol, seconda parte

‘I ceceni vi hanno tagliato la testa? No? Noi lo faremo…’

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