La menzogna della Russia sui bio-laboratori potrebbe essere una copertura per i suoi propri crimini
Per diffondere la menzogna si usano pseudo-esperti, la tecnica del “riciclaggio dei fatti”, mentre sui mitici laboratori americani i russi hanno girato alcuni film “documentari”.
La nuova indagine analizza la disinformazione russa nel 2022, riguardante le armi biologiche e chimiche. Nonostante la pratica di diffusione di queste fake news non sia nuova, i dati analitici di Google Trends testimoniano che i russi possono innescare una “propaganda preventiva” prima della realizzazione di operazioni speciali o all’inizio di aggressioni militari: Google registra un picco drammatico sulla domanda “biolaboratori USA” nell’agosto 2006, due mesi prima che gli agenti russi avvelenassero a Londra Aleksandr Lytvynenko.
Il picco successivo notevole sul grafico si verifica nel luglio 2008, prima che la Russia invadesse la Georgia e occupasse parte del suo territorio. Ancora prima un picco si registra a gennaio e marzo 2005. Prima di allora, in circostanze non chiarite fino in fondo, era stato avvelenato Vyktor Yushchenko, allora candidato come presidente dell’Ucraina.
Falsi esperti e “Il Genio da provetta”
I media russi spesso chiedono di commentare il tema dei biolaboratori a persone, che non hanno adeguata competenza: commentatori politici, agenti del KGB e falsi specialisti. Uno degli “esperti” più spesso citati è diventato Yhor Nykulyn, il quale dichiara di aver lavorato nella commissione per il disarmo dell’ONU, e si definisce microbiologo. Tuttavia nessuna indagine giornalistica è riuscita a trovare tracce del suo lavoro nelle strutture dell’ONU, e l’ex esperto dell’ONU Richard Butler, per il quale Nykulyn avrebbe lavorato, ha detto ai giornalisti di non ricordarlo.
Evidentemente, la campagna di disinformazione sui “biolaboratori in Ucraina” si basa su precedenti teorie cospirazioniste intorno al Centro di Lugar in Georgia, di altri paesi post-comunisti, e anche altre vecchie narrazioni dei propagandisti sovietici sulla presunta creazione artificiale dell’AIDS. Tuttavia, “la campagna ucraina” è diventata la più grande della storia: nel marzo 2022 una sola edizione russa poteva pubblicare decine di notizie al giorno, che manipolavano il tema delle armi biologiche. Inoltre, per far circolare queste narrazioni, i russi hanno utilizzato attivamente i social media, hanno girato dei film pseudo-documentari (per esempio “I laboratori del diavolo” di Anton Krasovskyi) e hanno persino creato dei media specializzati: il canale anonimo “Il Genio della provetta” su Telegram, che ogni giorno scrive sui “biolaboratori americani”, esamina i briefing del Ministero della Difesa russo, conduce delle pseudo-ricerche e crea anche dei mini-film.
Nella mente del propagandista con l’aiuto di Victoria Nuland
La propaganda russa cerca di distorcere fatti innocui, concentrando l’attenzione su ciò che può inconsciamente destare preoccupazione. Questa pratica è stata attivamente utilizzata e continua ad essere utilizzata per la diffusione di fake news sulle armi biologiche, chimiche e nucleari. Nel corso di tutto il 2022 i funzionari del Ministero della Difesa della Russia hanno utilizzato fatti noti e annunciati pubblicamente sul finanziamento da parte degli Stati Uniti di strutture di ricerca in Ucraina e in altri paesi per allontanare le minacce biologiche, per accusare gli USA e l’Ucraina di sviluppare armi biologiche, mostrando regolarmente diversi documenti di servizio.
Ecco come ha descritto il metodo di propaganda uno dei suoi guru Dmytryi Kyselev: “Quali segni potete notare sull’erba che cresce vicino a casa vostra? Una persona normale dirà che è verde. Ma si potrebbe dire che è piatta e pungente? Se ci occupiamo di propaganda, parleremo di questi segni che non sono principali, ma indiscutibili. Partendo dal fatto che questa erba è pungente, possiamo dire, per esempio, che è pericolosa. Ci si può tagliare.”
Uno degli esempi più frequenti di tale tecnica è l’uso delle parole del vicesegretario di Stato americano Victoria Nuland. Alle udienze del Congresso degli USA ha detto che in Ucraina ci sono strutture di ricerca biologica e che gli USA sono preoccupati che i russi possano ottenerne il controllo, dopo ha subito aggiunto che non dubita del fatto che se in Ucraina saranno utilizzate armi chimiche o biologiche, ci sarà dietro solo la Russia. Tuttavia la propaganda russa sinora continua ad usarlo con titoli come: “Diplomatico americano ammette la presenza di armi biologiche in Ucraina”.
Chi diffonde le fake news russe in Occidente?
Nel corso dello studio sono stati analizzati i commenti ai post del The New York Times su Facebook riguardanti l’Ucraina. Sono stati scoperti decine di commenti da account falsi, che diffondono disinformazione sulle “armi biologiche in Ucraina”.
Tra i diffusori della narrativa russa sulle armi biologiche spesso si trovano sostenitori delle teorie cospirazioniste. In un video intitolato “Allarmante comunicato russo: i biolaboratori ucraini creano speciali armi biologiche per la pulizia etnica”, una donna di nome Ariana Lav, che si presenta come medico, afferma che “i comunicati russi sono sempre stati veritieri”, dopo di che riferisce quasi ogni possibile narrazione della propaganda russa sull’Ucraina. In un video di tredici minuti è riuscita a menzionare non solo i biolaboratori, ma anche i “nazisti ucraini”, il reggimento “Azov” e la presunta “pulizia etnica” dei russi in Ucraina dal 2014 e il fatto che il Covid-19 sarebbe stato sviluppato in Ucraina. È difficile credere che una persona possa sinceramente diffondere un tale concentrato di sciocchezze.
Sembra che Ariana Lav non sia un vero medico. Sul suo sito web personale si definisce “medico naturopata”, “giornalista investigativa” e “ambasciatrice di buona volontà”. La naturopatia è una pratica pseudo-scientifica che non è considerata medicina probatoria. La sua attività mediatica pubblica riguarda soprattutto le teorie cospirazioniste sul Covid-19, ma considerando la quantità di errori che commette nelle sue dichiarazioni, la sua valutazione biologica e medica è discutibile. Non c’è alcun alcun riferimento al fatto che abbia un’istruzione conforme. In realtà ha studiato arte e cinematografia.
L’organizzazione non governativa americana Judicial Watch ha pubblicato ufficialmente i documenti richiesti e ricevuti sulla cooperazione tra Ucraina e USA sulla non disseminazione di armi. Il presidente dell’organizzazione ha registrato un video piuttosto emotivo dal titolo “Pericolose ricerche dei biolaboratori finanziate in Ucraina”. In realtà si tratta del vecchio Programma di Sicurezza biologica (PSB), che è in vigore da decenni in molti Paesi.
La stessa Judicial Watch è un’organizzazione filo-conservatrice, che in precedenza è stata notata per la diffusione di fake news. In un modo o nell’altro, i russi hanno usato documenti da questa diffusi come pretesto per ricordare ancora una volta le fake news sui “biolaboratori”. Il canale “Il Genio dalla provetta” ha persino condotto “un’inchiesta” sulla base di questi documenti. Questo è uno degli esempi di “imbiancatura della disinformazione”: la propaganda cerca di far passare come proprie le narrazioni espresse da qualcun’altro.
“Probabilmente, la propaganda non sarebbe in grado di creare la guerra autonomamente, ma la catalizza, a volte la rende perfino inevitabile. Bisogna capire che la diffusione della disinformazione, per quanto sia meschina e primitiva, è foriera di crimini di massa. Questo fenomeno deve essere preso sul serio, in quanto provoca direttamente la morte di un gran numero di persone. Adesso si può affermare quasi con certezza che la propaganda russa è parte integrante della politica di genocidio della Russia contro gli ucraini, senza la quale questa politica semplicemente non sarebbe possibile” conclude lo studio.
Il testo completo dello studio “Fake russi sui biolaboratori 2022: parole che nascondono azioni” è accessibile sulla biblioteca-online sui diritti umani del Gruppo per la tutela dei diritti umani di Khar’kiv in ucraino e in inglese.
La pubblicazione è stata scritta sulla base di un progetto di lavoro finanziato dall’americana Civilian Research & Development Foundation (CRDF Global). Le opinioni, i risultati e le conclusioni della pubblicazione appartengono all’autore (autori) e non riflettono necessariamente quelle della CTDF Global.