Come gli animali ucraini sono finiti sulla Hollywood Walk of Fame
Distruzione del mondo animale dell’Ucraina
Il fondatore dell’organizzazione UAnimals, Oleksandr Todorchuk, ha dichiarato, che già a novembre 2022 si parlava dell’inconcepibile quantità di animali uccisi dalla Russia. “Gli invasori bombardano intenzionalmente i parchi naturali, gli zoo, i rifugi, e nel corso della guerra hanno già ucciso più di 10.000.000 di animali”, ha segnalato l’animalista. Sempre a causa dell’aggressione armata russa hanno sofferto specie rare, soprattutto quelle che vivono nelle zone della steppa e diventano ostaggi delle azioni militari attive.
Per attirare l’attenzione sugli animali che possono sparire per sempre dal territorio dell’Ucraina, gli attivisti di UAnimals hanno attuato un’azione immediata nell’ambito della campagna internazionale #StopEcocideUkraine. Così, sulla Hollywood Walk of Fame, accanto alle stelle di Tom Cruise, Frank Sinatra, Arnold Schwarzenegger e di altre celebrità, sono state temporaneamente disposte le stelle di animali: l’aquila delle steppe, l’orso bruno, la lince euroasiatica, la cicogna nera e il barbagianni comune.
“Abbiamo deciso di premiare quelli che non vogliamo perdere e per i quali siamo pronti a lottare”, hanno scritto gli animalisti sulla pagina Facebook di UAnimals il 6 aprile e hanno pubblicato le fotografie dalla Walk of Fame.
Incendi visibili dallo spazio
Purtroppo, per osservare i crimini della FR, indirizzati contro il mondo animale dell’Ucraina, non è necessario usare stelle simboliche. È sufficiente analizzare le immagini reali. Così, gli incendi causati dalle attività militari nel sud dell’Ucraina erano visibili dallo spazio. Ne hanno parlato su UAnimals e hanno pubblicato la foto dell’organizzazione no-profit britannica Conflict and Environment Observatory (CEOBS), che monitora e pubblica i dati sugli impatti ecologici dell’influenza della guerra. Come hanno confermato nell’organizzazione, la Federazione Russa non tiene conto del tipo di effetto che hanno le azioni militari sulle condizioni ambientali.
Gli autori dell’articolo “La natura selvatica è al limite. Come la guerra elimina gli oggetti naturali unici della regione di Kherson” hanno raccontato in modo dettagliato tale effetto. Esamineremo solo i dati sugli incendi, riportati in questo articolo.
La Riserva della biosfera del Mar Nero
Esattamente nel sud dell’Ucraina si trova la Riserva della biosfera del Mar Nero, che è sotto la protezione dell’UNESCO. La Riserva si estende nella regione di Kherson e, in parte, in quella di Mykolaïv (circa l’86% della sua superfice è situato nel settore marittimo del Mar Nero).
A causa delle azioni dell’esercito russo, hanno sofferto più di 10.000 volatili, abituati a svernare lì. Inoltre, nella riserva di solito nidificano circa 110 specie di uccelli, incluse specie rare, tra le quali la beccaccia di mare, il piovanello violetto, il bucco, il cavaliere d’Italia, lo smergo minore, il gabbiano del Pallas, l’aquila di mare, l’otarda maggiore, il pellicano bianco maggiore, e altri. “E tutti loro sono in pericolo d’estinzione, perché viene distrutta il loro habitat, — si dice sulla pagina di UAnimals dell’8 aprile. — A causa dell’occupazione russa, la Riserva della biosfera del Mar Nero è sull’orlo di una crisi umanitaria”.
Come hanno osservato gli animalisti, le riserve soffrono soprattutto per gli incendi: i soldati russi bruciano di proposito foreste e canneti alla ricerca dei partigiani o di divisioni speciali delle forze armate… Di conseguenza gli uccelli sono costretti a cercare nuovi luoghi per vivere e nidificare. Questo ha un effetto catastrofico, perché attraverso la riserva passa uno dei tre percorsi migratori, che i volatili erano abituati ad utilizzare. Gli uccelli si indeboliscono a causa dell’obbligatorio cambiamento dei percorsi e non possono riposare. Sempre più uccelli possono essere colpiti dai bombardamenti. Tutto questo porta a cambiamenti sostanziali nell’ecosistema, per il cui ripristino potrebbe volerci più di un decennio, osservano gli autori dell’articolo.
Il Parco regionale paesaggistico di “Capo Kinburn”
A causa delle azioni criminali della FR, soffrono sia la flora che la fauna di Capo Kinburn. I veicoli mobili su ruote e gli incendi, che hanno avvolto i boschi artificiali di Kinburn dall’inizio di maggio 2022, hanno causato un danno irreparabile. A causa dell’occupazione dei territori e del posizionamento delle mine era impossibile estinguere l’incendio.
Poiché Capo Kinburn ha suscitato interesse dal punto di vista strategico, l’esercito d’occupazione l’ha occupato sin dai primi giorni dell’invasione su vasta scala e da lì ha bombardato le città ucraine, uccidendo residenti pacifici. Come ha osservato il Viceministro per la tutela dell’ambiente e delle risorse naturali, Ruslan Hrechanyk “l’aggressore non tiene conto dello stato ambientale dei territori e li usa come base operativa per le sue azioni militari”.
A causa delle azioni dell’esercito della FR, sono a rischio i luoghi di nidificazione degli uccelli selvatici e il campo di orchidee più grande d’Europa. È ancora difficile stimare la portata del danno causato. In seguito agli incendi sono andate perse intere zone dell’ecosistema forestale, sono state eliminate rare specie di animali ed è stata danneggiata la peculiare flora sabbiosa. Per i bombardamenti russi, a Capo Kinburn gli incendi si verificavano continuamente: soltanto da marzo alla fine di giugno 2022, nella penisola di Kinburn il fuoco ha distrutto 1.640 ettari di piantagioni nei confini del Parco naturale nazionale “Costa d’Avorio di Svyatoslav” e 200 ettari nel territorio del Parco regionale paesaggistico di “Capo Kinburn”. Un altro incendio è stato registrato già nell’autunno 2022, all’inizio di ottobre. Secondo la stima degli ecologisti, la FR ha distrutto almeno un quinto delle foreste che coprono il litorale. E inoltre non c’è alcuna garanzia che sia la cifra definitiva.
Come racconta il capo della filiale di Mykolaïv del Centro ecologico nazionale dell’Ucraina, Oleh Derkach, i soldati russi hanno saccheggiato l’attrezzatura antincendio e hanno portato via le scorte. Gli invasori non hanno permesso ai residenti locali di spegnere il fuoco, nonostante minacciasse non solo la natura, ma anche gli stessi villaggi.
Per far fronte agli incendi, hanno circondato la pineta con strisce di terra coltivabile. “Probabilmente, solo gli uccelli sono riusciti a salvarsi dagli incendi, ma non sappiamo, se siano riusciti a ritornare a casa e come sopporteranno la migrazione, — ha spiegato il presidente e co-fondatore del Gruppo ucraino per la tutela dell’ambiente, Oleksij Vasylyuk. — Forse, gli animali grandi sono scappati dalle fiamme, ma tutti i piccoli [esseri], tutti gli insetti che vivono sulla terra e sugli alberi sono morti”.
Askania-Nova saccheggiata
La politica dell’autorità di occupazione nei territori controllati dalla FR è diretta contro ogni essere vivente. Così si è trovata in pericolo anche la riserva “Askania-Nova”, nella quale i russi hanno nominato un loro direttore. Gli esperti temevano, che si potesse trattare di furto di animali dalla riserva e di distruzione del patrimonio culturale.
Come ha osservato precedentemente Aleksej Vasylyuk, è stato registrato il trasferimento di massa di attrezzature attraverso le steppe vergini di Askania. L’esperto ha spiegato, che ciò è inammissibile per i territori delle riserve scrupolosamente protette da ogni influenza umana. Secondo Vasylyuk, quanto accaduto nel territorio della riserva occupata dai russi (ancora prima della nomina del direttore controllato dalla FR) è stato il periodo peggiore della sua intera esistenza. Secondo le informazioni del presidente del Gruppo ucraino per la tutela dell’ambiente, dalla riserva hanno portato via l’attrezzatura antincendio, e in caso d’incendio della steppa vergine, non ci sarà nessuno a spegnerlo. Anche la stessa permanenza nel territorio minato (o nelle zone delle azioni militari) sarà un pericolo per la vita delle persone. Inoltre, secondo le informazioni dei giornalisti, hanno di fatto saccheggiato la riserva, quindi è impossibile condurre un lavoro scientifico e di ricerca. “Tale situazione è una catastrofe per l’attività di tutela dell’ambiente, perché questo è processo continuo che non può essere interrotto. Tutto ciò che è stato fatto in decenni di lavoro scientifico, è stato completamente distrutto”, si dice nell’articolo del 6 febbraio 2023.
Ai lavoratori della riserva non basta il carburante, necessario per compiere la perlustrazione del territorio, le persone non ricevono neanche lo stipendio…
La questione legale
Inoltre, le Convenzioni di Ginevra vietano di ricorrere a tali metodi o a strumenti di conduzione della guerra, che hanno lo scopo di causare (o, come si prevede, causeranno) un danno significativo all’ambiente naturale:
“Nel condurre le azioni militari, deve essere dimostrata l’attenzione alla tutela dell’ambiente naturale da un danno esteso, duraturo e grave, — si dice nell’articolo 55, — Causare un danno all’ambiente naturale come rappresaglia è vietato”.
Come ha osservato il vicepresidente in carica della Commissione Europea, Frans Timmermans, la FR deve pagare un risarcimento per ecocidio. “L’Ucraina deve raccogliere le prove dei crimini della Russia contro la natura e l’ambiente, per obbligarla a pagare un risarcimento per questo ecocidio”, Ukrinform ha citato Timmermans, che a sua volta ha fatto riferimento al programma Biodiversity and Natural Resources (BNR).
“Dovete costringerli a risarcire il danno, e questo è possibile solo se i fatti e le prove sono state registrate come si deve, — ha sottolineato il vicepresidente della Commissione Europea. — Dopo la Seconda guerra mondiale, nell’ordinamento giuridico si è aperto un nuovo campo: il genocidio. I crimini contro l’umanità. E penso, che in questa fase del nostro sviluppo, dobbiamo prestare attenzione anche alle azioni, che conducono all’ecocidio. Crimini, che incidono direttamente sulla sopravvivenza della nostra specie. Bisogna prestarvi più attenzione e rapportarsi ad essi molto più seriamente, rispetto al passato”.
Come ha raccontato il Ministro per la tutela dell’ambiente, Ruslan Strilec nell’intervista al canale televisivo canadese CBC, come conseguenza della guerra della FR “alcuni ecosistemi dell’Ucraina sono persi per sempre”.
Perdite per quasi due trilioni di grivna ucraina
Alla fine di marzo 2023, il primo delegato del Dipartimento di ingegneria elettronica (DIE) dell’Ucraina, Dmytro Zaruba, ha raccontato le conseguenze ecologiche dell’attacco armato della FR all’Ucraina.
Zaruba ha osservato, che i problemi ecologici, sorti per l’aggressione russa, di fatto si aggravano ogni giorno. In particolare, gli esperti registrano una notevole quantità di emissioni di sostanze nocive nell’atmosfera, che si verificano a causa della distruzione di impianti industriali e infrastrutture e della combustione di massicce foreste. Inoltre, il conflitto armato ha causato anche l’inquinamento delle risorse idriche, in particolare di fiumi e laghi. L’inquinamento avviene a causa della diffusione di sostanze velenose, e anche in seguito alla distruzione di strutture sotterranee e dei sistemi di approvvigionamento idrico.
Inoltre, come conseguenza della guerra della FR, sul territorio dell’Ucraina si è accumulata una grande quantità di rifiuti pericolosi, che in futuro saranno una minaccia sia per la salute delle persone, che per l’ambiente.
All’Ispettorato statale dell’ecologia dell’Ucraina hanno ricordato, che ad oggi l’ammontare del danno è di oltre 1,9 trilioni di grivna ucraina. Inoltre, l’Ispettorato statale dell’ecologia dell’Ucraina valuta costantemente il danno causato, perciò questa somma non è definitiva. Come ha osservato Dmytro Zaruba, le conseguenze ecologiche della guerra russa saranno a lungo termine, perciò, per la loro soluzione, si dovranno adottare misure complesse e coinvolgere i partner internazionali.