Vasilenkovo: il villaggio attraverso il quale è passata la linea del fronte

I nostri erano di stanza a Bazileevka, a cinque chilometri da qui. A Vasilenkovo le truppe russe avevano scavato le trincee direttamente nei cortili, mentre nella scuola locale avevano disposto il personale militare. Della scuola è rimasta la cenere, disseminata di barattoli vuoti e bossoli.
Irina Skačko27 Novembre 2022UA DE EN ES FR IT RU

У школі розташовувалася база окупантів © Денис Волоха In der Schule war das Standquartier der Besatzer stationiert © Denys Volocha The invaders set up a base in the school © Denys Volokha Los invasores instalaron su sede en la escuela © Denys Volokha Les occupants avaient installé leur base dans l’école © Denys Voloha Nella scuola è stata collocata la base degli occupanti © Denis Volocha В школе располагалась база оккупантов © Денис Волоха

Nella scuola è stata collocata la base degli occupanti © Denis Volocha

I nostri erano di stanza a Bazileevka, a cinque chilometri da qui. A Vasilenkovo, le truppe russe avevano scavato trincee e protezioni direttamente nei cortili, mentre nella scuola locale avevano disposto il personale militare. Della scuola è rimasta la cenere, disseminata di barattoli vuoti e bossoli di proiettili, che da qui erano volati verso le postazioni ucraine.

Сліди окупантів у шкільному підвалі © Оксана Комарова Hinterlassenschaften der Besatzer im Keller der Schule © Oksana Komarova The school basement: what the invaders left behind © Oksana Komarova Lo que dejaron los invasores en el sótano de la escuela © Oksana Komarova Le sous-sol de l’école après le départ des occupants © Oksana Komarova Le tracce degli occupanti nel seminterrato della scuola © Oksana Komarova Следы оккупантов в школьном подвале © Оксана Комарова

Le tracce degli occupanti nel seminterrato della scuola © Oksana Komarova

© Оксана Комарова © Oksana Komarova © Oksana Komarova © Oksana Komarova © Oksana Komarova © Oksana Komarova © Оксана Комарова

© Oksana Komarova

La scuola di Vasilenkovo era considerata una delle più antiche del distretto. Era stata costruita nel 1911. La bellezza dell’edificio è visibile perfino adesso, quando tra le sue pareti bruciate ulula il vento autunnale.

Залишки сторічної школи © Оксана Комарова Ruine der hundertjährigen Schule © Oksana Komarova The remains of the school © Oksana Komarova Ruinas de la escuela centenaria © Oksana Komarova Vestiges de cette école centenaire © Oksana Komarova Resti della scuola centenaria © Oksana Komarova Остатки столетней школы © Оксана Комарова

Resti della scuola centenaria © Oksana Komarova

Il giardino della scuola è stato rivoltato da un labirinto di trincee. A giudicare dalla quantità di spazzatura e barattoli - “Paté di fegato NON DESTINATO ALLA VENDITA” - i russi si sono sistemati in questa postazione seriamente e a lungo. Mentre sono fuggiti velocemente e in fretta. Hanno persino lasciato un documento: la bolla di consegna delle armi. A giudicare da questa, qui avrebbero potuto trovarsi i militari della divisione 55443 NL, situata nel villaggio di Kotovo, nella regione di Novgorod.

Окупанти залишили по собі документи © Денис Волоха Die Besatzer haben Dokumente zurückgelassen © Denys Volocha The invaders left documents behind © Denys Volokha Los invasores dejaron sus documentos © Denys Volokha Les occupants ont laissé des documents derrière eux © Denys Voloha Gli occupanti hanno lasciato dietro di sé dei documenti © Denis Volocha Оккупанты оставили после себя документы © Денис Волоха

Gli occupanti hanno lasciato dietro di sé dei documenti © Denis Volocha

“La scuola è bruciata a metà estate”, racconta l’allievo Oleksij Serhienko, mostrando con orgoglio sul telefono il video dell’arrivo, ripreso da un drone, che ha trovato su internet.

Олексій розповідає про життя під окупацією © Денис Волоха Oleksij berichtet vom Leben unter der Besatzung © Denys Volocha Olexiy describes life under occupation © Denys Volokha Olexiy habla sobre la vida en la ocupación © Denys Volokha Oleksiy évoque la vie sous l’occupation © Denys Voloha Oleksij racconta la vita sotto l’occupazione © Denis Volocha Алексей рассказывает о жизни под оккупацией © Денис Волоха

Oleksij racconta la vita sotto l’occupazione © Denis Volocha

Oleksij, forse, adesso è l'unico bambino a Vasilenkovo. Non può studiare da nessuna parte. La scuola è stata chiusa ufficialmente la settimana scorsa.

“Siamo andati a stabilirci nel villaggio vicino”, racconta sua madre. “Ma ora l’insegnamento è online, ma noi non abbiamo internet. Quindi per ora studiare non è possibile. Aspetteremo internet”.

Le persone sono fuggite dalle strade nei dintorni settentrionali del villaggio alla fine di aprile, quando qui, direttamente negli orti, sono arrivati i veicoli nemici, mentre intorno alle case i russi hanno iniziato a scavare trincee, come quelle del Colorado, dicono i locali.

“Hanno messo i mortai negli orti, hanno chiesto se si poteva bere l'acqua dei pozzi: temevano che l’acqua fosse avvelenata. Hanno cercato microspie nelle case, per non essere ascoltati”, ricorda Aleksej.

Secondo le parole del ragazzo, gli occupanti hanno allestito tre basi nel villaggio: in una fattoria, nella scuola e nei dintorni settentrionali. Egli dice che all'inizio, fino al primo cambio, le truppe si comportavano come tre eserciti separati, che non andavano d'accordo tra loro e perfino si sparavano: "Da noi qui c'erano “i soldati di Doneck”, “i soldati di Luhansk”, i buriati, i ceceni e i tagiki...”

Жити у північній частині села Василенкове зараз неможливо: все зруйновано © Денис Волоха Der Norden von Vasylenkove ist jetzt unbewohnbar — alles ist zerstört © Denys Volocha It’s impossible to live in north Vasylenkove today: everything has been destroyed © Denys Volokha Ahora es imposible vivir en la parte norte de Vasylenkove: todo está destruido © Denys Volokha Il est désormais impossible de vivre dans la partie nord du village de Vasylenkove : tout a été détruit © Denys Voloha Vivere nella parte settentrionale del villaggio Vasilenkovo adesso non è possibile: è stato tutto distrutto © Denis Volocha Жить в северной части села Василенково сейчас невозможно: все разрушено © Денис Волоха

Vivere nella parte settentrionale del villaggio Vasilenkovo adesso non è possibile: è stato tutto distrutto © Denis Volocha

Marija Efimovna, la nonna di Oleksij, "è evacuata" qui vicino, dalla sorella all'altro capo del villaggio. Là, dice, era un po' più sicuro. Ma lei vuole passare l'inverno solo nella sua casa natale, sebbene ci sia molto da riparare: uno dei muri è stato perforato da parte a parte, i vetri sono volati via, il tetto è stato spaccato. Nella casa vivevano i russi. Hanno rubato il divano. Sulla porta d'ingresso è stata disegnata con la vernice una V latina. In soffitta c'era la postazione del cecchino, mentre in bagno i soldati hanno scritto poesie sui muri.

В хаті Марії Юхимівни облаштувалися окупанти © Олексій Сергієнко In Maria Juchymivnas Haus hatten sich die Besatzer eingerichtet © Oleksij Serhienko © Olexiy Serhiyenko Los invasores se instalaron en la casa de Maria Yukhymivna © Olexiy Sergienko Les occupants s’étaient installés dans la maison de Maria Yukhimivna © Oleksiy Serguienko Gli occupanti si sono stabiliti a casa di Marija Efimovna © Aleksej Sergienko В доме Марии Ефимовны обосновались оккупанты © Алексей Сергиенко

Gli occupanti si sono stabiliti a casa di Marija Efimovna © Oleksij Serhienko

На дверях хати окупанти намалювали літеру V © Олексій Сергієнко An die Haustür hatten die Besatzer ein V gemalt © Oleksij Serhienko © Olexiy Serhiyenko En la puerta, los ocupantes pintaron la letra V © Olexiy Sergienko Les occupants ont peint la lettre V sur la porte de la maison © Oleksiy Serguienko Sulle porte della casa gli occupanti hanno disegnato la lettera V © Oleksij Serhienko На дверях дома оккупанты нарисовали букву V © Алексей Сергиенко

Sulle porte della casa gli occupanti hanno disegnato la lettera V © Oleksij Serhienko

In mezzo al cortile c’è una fossa.

"Qui c’era la nostra cantina", racconta Oleksij.

“La prima volta che una granata l’ha colpita, i russi ci hanno fatto una protezione. Hanno portato dei sacchi, agganciato una tenda all’entrata per non essere visti dal drone. E poi c’è stato nuovamente un colpo diretto in cantina. E basta”.

Погріб спочатку поретворився на бліндаж, а потім на могилу для окупантів © Олексій Сергієнко Der Keller wurde erst zum Schutzbunker und dann zum Grab für die Besatzer © Oleksij Serhienko The store became a trench, then a grave for the invaders © Olexiy Serhiyenko El sótano se convirtió primero en una trinchera y luego en una tumba para invasores © Olexiy Sergienko La cave s’est d’abord transformée en abri, puis en sépulture pour les occupants © Oleksiy Serguienko La cantina è stata prima trasformata in una protezione, e in seguito in una tomba per gli occupanti © Oleksij Serhienko Погреб сначала превратился в блиндаж, а затем в могилу для оккупантов © Алексей Сергиенко

La cantina è stata prima trasformata in una protezione, e in seguito in una tomba per gli occupanti © Oleksij Serhienko

Oleksij mostra i tesori raccolti: bossoli, maschere antigas, l’elmetto di un soldato, già è sufficiente, per allestire un museo. Tutto ciò che era pericoloso, come le casse con le munizioni, che sono state abbandonate dagli occupanti, l’hanno portato via i militari ucraini.

Fosse causate dagli arrivi sia in cortile, che nell’orto. Laddove ci sono erbacce alte, sono rimasti dei proiettili inesplosi. Per i genieri qui c’è ancora molto lavoro, soprattutto nei campi intorno. Nel villaggio un uomo è esploso su una mina. È l'unico morto a Vasilenkovo. C'erano dei feriti. Li hanno salvati i vicini. Inoltre, gli occupanti hanno portato un ragazzo "nel seminterrato".

“Dopo che la scuola è stata colpita, i russi hanno subito uno shock. Loro stessi hanno detto che 50 dei loro erano nascosti lì”, ricorda Oleksij. “Hanno subito imposto il coprifuoco dalle quattro. I ragazzi stavano in cortile. I russi hanno iniziato a controllare i loro telefoni, e qualcosa sul telefono di Saša non gli è piaciuto. Così all’inizio lo hanno trascinato per il villaggio, poi sembrava che lo portassero a Kupjansk. In seguito lo hanno lasciato andare”.

В місцевих садках і на городах можуть залишатися нерозірвані снаряди © Денис Волоха In den Vorgärten und Gemüsegärten können sich noch nichtexplodierte Granaten befinden © Denys Volocha Unexploded shells can be found in gardens and orchards © Denys Volokha En las huertas locales pueden permanecer los proyectiles sin explotar © Denys Volokha Des obus non explosés peuvent subsister dans les jardins et les vergers locaux © Denys Voloha Nei giardini locali e negli orti possono rimanere proiettili inesplosi © Denis Volocha В местных садах и огородах могут оставаться неразорванные снаряды © Денис Волоха

Nei giardini locali e negli orti possono rimanere proiettili inesplosi © Denis Volocha

Лінія фронту проходило буквально по одній з вулиць Василенкового © Денис Волоха Die Frontlinie verlief buchstäblich auf einer der Straßen von Vasylenkove © Denys Volocha The frontline ran along a street in Vasylenkove © Denys Volokha La línea del frente literalmente pasaba por una de las calles de Vasylenkove © Denys Volokha La ligne de front se trouvait littéralement le long d’une rue de Vassylenkove © Denys Voloha La linea del fronte passava letteralmente lungo una delle strade di Vasilenkovo © Denis Volocha Линия фронта проходила буквально по одной из улиц Василенково © Денис Волоха

La linea del fronte passava letteralmente lungo una delle strade di Vasilenkovo © Denis Volocha

Зруйноване Василенкове © Денис Волоха Zerstörungen in Vasylenkove © Denys Volocha A ruined building in Vasylenkove © Denys Volokha Vasylenkove en ruinas © Denys Volokha Destruction de Vassylenkove © Denis Voloha Vasilenkovo distrutta © Denis Volocha Разрушенное Василенково © Денис Волоха

Vasilenkovo distrutta © Denis Volocha

Adesso i residenti stanno tornando lentamente a casa. Hanno appena ripristinato l’elettricità. E la rete mobile da qualche parte prende. Le persone cercano di rattoppare i fori nelle pareti e nei tetti prima che arrivi il gelo.

“In qualche modo passeremo l’inverno, e in primavera penseremo a qualcosa… Grazie a dio, almeno la capanna non è bruciata!”, si rallegra Marija Efimovna. “Un'altra donna vivrà qui la propria vita”.

Автобусна зупинка у Василенковому © Денис Волоха Bushaltestelle in Vasylenkove © Denys Volocha “Everything will be ok, Ukraine” bus stop in Vasylenkove © Denys Volokha Parada de autobús en Vasylenkove © Denys Volokha Un arrêt d’autobus à Vassylenkove © Denis Voloha Fermata dell’autobus a Vasilenkovo © Denis Volocha Автобусная остановка в Василенково © Денис Волоха

Fermata dell’autobus a Vasilenkovo © Denis Volocha

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