La Russia ha bisogno di referendum fittizi nei territori occupati per la mobilitazione forzata degli ucraini come carne da macello

La Russia ha intenzione di organizzare pseudo-referendum nei territori occupati delle regioni di Doneck, Luhansk, Cherson e Zaporižžja nel fine settimana, progettando chiaramente di dichiarare queste regioni in modo valido "parte della Federazione Russa".
Galja Kojnaš06 Novembre 2022UA DE EN ES FR IT RU

“Мобілізація” в окупованому Донбасі. Скріншот із YouTube „Mobilisierung“ im besetzten Donbas. Screenshot von YouTube ’Mobilization’ in occupied Donbas. Screenshot from YouTube Movilización en el Donbas ocupado. Captura de pantalla de YouTube « Mobilisation » dans le Donbass occupé. Capture d’écran de YouTube “Mobilitazione” nel Donbass occupato. Screenshot da YouTube “Мобилизация” в оккупированном Донбассе. Скриншот с YouTube

“Mobilitazione” nel Donbass occupato. Screenshot da YouTube

Ivan Fëdorov, sindaco di Melitopol’, ha previsto che i russi inizieranno presto una "autentica caccia" alle persone sul territorio occupato delle regioni di Zaporižžja e di Cherson, e consiglia a tutti gli abitanti di Melitopol’ in età di leva di abbandonare immediatamente la regione. Avverte che chi si rifiuterà di andare incontro alla morte, dovrà avere a che fare con le forze cecene di opposizione alla ritirata; pertanto è meglio andarsene il prima possibile.

Sebbene il signor Fëdorov si riferisca concretamente al decreto di Vladimir Putin sulla mobilitazione "parziale", questa era la logica continuazione di un'altra funesta decisione. La Russia intende organizzare pseudo-referendum sui territori occupati delle regioni di Doneck, Luhansk, Cherson e Zaporižžja nel fine settimana, progettando chiaramente di dichiarare queste regioni in modo valido "parte della Federazione Russa". Questa mossa è stata giustamente respinta dall'OSCE e da tutti i paesi democratici, in quanto non ha validità giuridica, ma, senza dubbio, sarà utilizzata non solo per forti minacce di “attacchi al territorio russo", ma anche come pretesto per la cattura di un gran numero di ucraini e mandarli a morire nella guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina.

Su questo già arrivano comunicazioni da Mariupol’ e da altre zone delle regioni di Doneck e Luhansk, occupate dall’inizio dell’invasione su vasta scala della Russia in Ucraina. Pëtr Andrjuščenko, consigliere del sindaco di Mariupol’, il 17 settembre ha riferito che due ragazzi nati nel 2003 e nel 2004 sono morti in ospedale a causa di ustioni su oltre l'80% del corpo. “Entrambi sono bruciati in un carro armato russo. Entrambi si sono trovati nell'esercito degli invasori dopo l'occupazione. Sono capitati nell'esercito attraverso una mobilitazione segreta come "ispettori pompieri". Il consiglio di Andrjuščenko ripete il consiglio del sindaco di Melitopol’. “Potete continuare a negare la mobilitazione segreta e bruciare nei carri armati russi. Oppure potete ascoltare la voce della ragione ed evacuare in un luogo sicuro".

Ma potrebbe essere già troppo tardi per evacuare da Mariupol’. Il 18 settembre Andrjuščenko ha comunicato che a Manguš hanno iniziato a radunare uomini per la mobilitazione forzata. Ha supposto che ciò avrebbe avuto inizio a Mariupol’ all'inizio di ottobre, ma prima degli pseudo-referendum indetti e della "mobilitazione parziale" putiniana.

Andrjuščenko non ha dubbi, che i cosiddetti referendum si svolgeranno anche a Mariupol’. Un certo numero di firme sarà ottenuto con il metodo più familiare alla Russia: se vuoi la ristrutturazione dopo il bombardamento russo della città, firma il modulo. Tuttavia, egli prevede che “la maggior parte del 'referendum'” si svolgerà nella sede di Russia Unita [il partito al governo in Russia]. Saranno a disposizione del partito i dati elettronici completi su tutti gli abitanti di Mariupol’ che hanno ricevuto aiuto umanitario almeno una volta. Ossia, sostanzialmente su tutti gli abitanti della città che la Russia ha sistematicamente distrutto, cercando di occuparla. Con una tale banca dati non c’è nemmeno bisogno far finta di andare in giro per le case a raccogliere firme. Il numero necessario può essere messo nella sede di Russia Unita.

Il risultato fittizio di tali pseudo-referendum, in ogni caso, è noto in anticipo; Andrjuščenko scrive che la percentuale di voti per l'annessione alla Russia ammonterà a non meno dell'80%, ma non più dell'87%. "Il perché non si sa, ma è un dato di fatto".

Nei territori che di fatto si trovano sotto il controllo della Russia dal 2014 (le cosiddette Repubbliche popolari di Doneck e di Luhansk), sin dall'inizio hanno radunato uomini per il reclutamento. Nessuno prestava attenzione ai problemi di salute, non c'era una normale preparazione. La Russia usava gli uomini come carne da macello, pertanto non era obbligata a registrare la loro perdita o a risarcire le loro famiglie.

Il 14 giugno le mogli di alcuni uomini della cosiddetta Repubblica popolare di Doneck hanno pubblicato un appello, affermando che i loro mariti non si erano messi in contatto con loro e che di loro non si sapeva nulla da quando erano stati “mobilitati”, cioè portati via dai luoghi di lavoro il 24 febbraio 2022. Da allora, le mogli avevano cercato invano di scoprire dove si trovassero, se fossero ancora vivi. La portavoce, a cui si sono rivolte le donne, ha dichiarato che circa il 50% degli uomini era in pessime condizioni di salute, ma non c'era una commissione medica. Solo nella seconda metà di aprile, due mesi dopo che avevano portato via gli uomini, le cosiddette repubbliche hanno ammesso apertamente di aver abolito le visite mediche per chi si progettava di mobilitare, tuttavia sembra evidente, che nessuno prestasse attenzione se le persone che avevano prelevato dal lavoro con la forza, fossero idonee per andare in battaglia, e in alcuni casi le hanno semplicemente prese per strada.

Sergej Gajdaj, capo dell'amministrazione regionale di Luhansk, il 13 agosto ha comunicato i "nuovi metodi di mobilitazione forzata". Questi includevano l'inganno degli anziani nelle loro abitazioni, perché fornissero informazioni su uomini in età di leva in cambio di cibo, oppure di piccole ricompense in denaro. Inoltre, c’erano anche uomini che sorvegliavano gli ingressi di queste case e catturavano uomini in età di leva. Gajdaj ha osservato, che quasi tutti coloro che si occupavano della mobilitazione forzata indossavano i passamontagna quando si spostavano in città, in modo da non essere riconosciuti dai vicini o dai conoscenti, a cui davano la caccia.

La caccia chiaramente non ha portato al reclutamento di un numero sufficiente di persone per l’invio al fronte e il 21 agosto Gajdaj ha riferito che in alcune piccole città della regione di Luhansk, hanno offerto 60.000 rubli alla gente per rivelare informazioni su dove si trovassero gli uomini. Egli ha osservato che non erano quasi rimasti più uomini, ma la pseudo-repubblica aveva un "piano" per il raggiungimento delle quote per la mobilitazione forzata.

Come ha scritto Gajdaj: "Gli stessi russi non vogliono andare in aperta battaglia, perciò continuano a reclutare uomini nei territori occupati e mandarli all'inferno".

Solo il 21 settembre, dopo l’annuncio della mobilitazione parziale da parte di Putin, i russi hanno iniziato in massa a uscire nelle strade per atti di protesta. I calcoli del Cremlino, a quanto pare, erano cinici, ma esatti. Mentre si poteva portar via con la forza gli ucraini dai territori occupati, invece gli uomini delle repubbliche povere (e "non europee") della Federazione Russa, come anche i condannati, potevano essere attratti da ricompense, le voci della protesta si sentivano ma potevano essere facilmente soffocate da intimidazioni e arresti.

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