Responsabilità per i bombardamenti degli obiettivi della infrastruttura energetica

I bombardamenti dell’infrastruttura sono stati accompagnati dalle dichiarazioni di alti pubblici ufficiali della FR, che hanno confermato che tali obiettivi erano il bersaglio dei bombardamenti e hanno riconosciuto che si trattava di obiettivi della infrastruttura civile.
Volodymyr Javorskij27 Novembre 2022UA DE EN ES FR IT RU

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A ottobre la Federazione Russa ha bombardato numerosi obiettivi della infrastruttura civile dell’Ucraina, principalmente del settore energetico. Questi obiettivi erano stati bombardati anche precedentemente, tuttavia ora i bombardamenti sono stati significativamente maggiori. Questi sono stati effettuati mediante l’uso di missili a lungo raggio, di droni-kamikaze e di artiglieria.

Il governo dell'Ucraina non rivela il quadro completo e accurato dei danni all’infrastruttura energetica per timore di ulteriori bombardamenti. Nelle dichiarazioni degli alti funzionari è stato confermato il danneggiamento del 30-40% dell’infrastruttura energetica. Sono state bombardate numerose centrali termoelettriche (CT), centrali di cogenerazione (CC), centrali idroelettriche (CI), reti energetiche e il sistema di distribuzione dell'energia elettrica. Secondo i dati del Ministero dello sviluppo regionale, la situazione al 3 ottobre, ancora prima dei bombardamenti su larga scala, a causa dell'aggressione armata della Russia, in totale sono stati colpiti 527 obiettivi di infrastruttura critica nell’ambito della fornitura di calore, nello specifico: 386 caldaie, 12 CC, 2 CT e 127 punti di riscaldamento centralizzato.

Questi bombardamenti dell’infrastruttura sono stati accompagnati da dichiarazioni di alti funzionari della FR, i quali hanno confermato che questi obiettivi erano il bersaglio dei bombardamenti e hanno riconosciuto che si trattava di obiettivi della infrastruttura civile. Il 10 ottobre 2022, in una seduta del Consiglio di sicurezza della FR, il presidente della Russia Vladimir Putin ha dichiarato: “Questa mattina, su suggerimento del Ministero della Difesa e secondo il piano dello Stato Maggiore della Russia, è stato inflitto un massiccio colpo con armi ad alta precisione a lungo raggio su base aerea, marittima e terrestre, agli obiettivi del settore energetico, del comando militare e della comunicazione…”.

L'11 ottobre 2022 il Ministero della Difesa della FR ha dichiarato che i soldati russi continuano ad infliggere “colpi massicci” degli obiettivi dell’Ucraina. “Oggi le FA della FR hanno continuato a infliggere colpi massicci con armi ad alta precisione a lungo raggio su base aerea e marittima agli obiettivi del comando militare e del sistema energetico dell’Ucraina. L'obiettivo dell’attacco è stato raggiunto. Tutti i bersagli designati sono stati colpiti" ha dichiarato Igor’ Konašenkov, il portavoce del Dipartimento della Difesa.

Sembra che tali aperte dichiarazioni vengano fatte quando si è convinti che nulla possa minacciarci, quando si è convinti dell'impunità delle proprie azioni.

Sembra che i bombardamenti siano una violazione del diritto umanitario internazionale, in particolare nel contesto di un attacco diretto agli obiettivi della infrastruttura civile. Gli obiettivi della infrastruttura energetica sono utilizzati dall'intera popolazione, non sono singoli obiettivi al servizio dei militari, perciò sono obiettivi civili. È presente anche una violazione del DUI (Diritto Umanitario Internazionale) nell’ambito della proporzionalità dell'attacco e delle scelte degli strumenti per l’attacco al fine del conseguimento della supremazia militare.

“Ai fini di garantire il rispetto e la tutela della popolazione civile e degli obiettivi civili, le parti del conflitto devono sempre distinguere la popolazione civile e i combattenti, nonché gli obiettivi civili e gli obiettivi militari e, di conseguenza, dirigere le proprie operazioni solo contro gli obiettivi militari” è stato stabilito dalla Convenzione di Ginevra.

I bersagli militari si limitano a quegli obiettivi che, per loro natura, ubicazione, destinazione o utilizzo, forniscono un effettivo contributo alle azioni militari, cioè la loro distruzione totale o parziale garantisce un determinato vantaggio militare. Nel caso in cui ci sia un dubbio sulla distinzione, l’obiettivo è riconosciuto come civile.

Il DUI non vieta di attaccare l’infrastruttura energetica in quanto tale, ma stabilisce solo che soltanto un obiettivo militare possa costituire un bersaglio d’attacco. Quasi certamente alcuni degli obiettivi colpiti dalla FR durante questi bombardamenti non lo sono. E perfino rispetto agli obiettivi militari la FR è obbligata a prendere in considerazione gli alternativi tipi di arma, le tattiche e i bersagli per il conseguimento dell'effetto desiderato, se l'alternativa porta ad una minore quantità di morti, feriti o distruzioni per la popolazione civile. L'Ucraina non fornisce i dettagli dei bombardamenti, ma nel complesso si può concludere che la FR non stia facendo tentativi per evitare di arrecare danno alla popolazione civile.

I bombardamenti della FR devono anche rispettare la regola della proporzionalità, che vieta un attacco quando il danno collaterale previsto è eccessivo rispetto alla supremazia militare diretta e concretamente prevista. L'impatto sul morale della popolazione civile non si qualifica come supremazia militare. E il danno inferto alla popolazione ucraina è eccessivo per qualsiasi potenziale supremazia militare russa. Inoltre, il DUI esige un’attenzione costante per i civili e obbliga le truppe russe a cercare di evitare conseguenze negative per i civili ucraini, perfino se tali conseguenze non si qualificano come danno collaterale in ottemperanza della regola di proporzionalità.

Pertanto, è chiaro che la maggior parte degli attacchi all’infrastruttura energetica ucraina viola il DUI.

Anche questi bombardamenti devono essere considerati nel contesto dell’esecuzione di crimini di guerra, previsti dallo Statuto di Roma della Corte penale internazionale, in particolare:

  • orientamento premeditato degli attacchi verso obiettivi civili, ovvero obiettivi che non sono bersagli militari;
  • esecuzione premeditata di un attacco con la consapevolezza che tale attacco provocherà la morte accidentale o il ferimento di civili, oppure causerà danno ad obiettivi civili o un danno massiccio, grave e a lungo termine all’ambiente circostante, che sarà chiaramente eccessivo rispetto alla supremazia militare concreta e immediatamente attesa;
  • l’attacco a città, villaggi, abitazioni oppure edifici non protetti e che non sono bersagli militari, oppure il loro bombardamento con l’impiego di qualsiasi mezzo.

Tutti questi sono singoli crimini internazionali, le cui caratteristiche sono presenti nelle azioni dei militari della FR nell’esecuzione dei bombardamenti.

L'Ucraina, purtroppo, non ha ratificato lo Statuto di Roma, tuttavia ha riconosciuto la giurisdizione del TPI (Tribunale Penale Internazionale) per l’indagine dei crimini commessi sul territorio dell'Ucraina. La mancata ratifica rallenta notevolmente l'avvio e l’indagine dei crimini internazionali in Ucraina.

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La complessità dell’indagine e della pena per tali crimini internazionali risiede nel fatto che è difficile stabilire chi abbia dato l'ordine di eseguire il bombardamento. Dimostrare che l’amministrazione politico-militare della Russia stia commettendo crimini di guerra è in effetti praticamente impossibile, perché a livello operativo, essa o i responsabili, probabilmente, non danno ordini ai militari. Per la dimostrazione bisognerà stabilire una “catena”, chi ha dato l’ordine, a chi l’ha dato, in quale forma.

Certo, già in una serie di procedimenti penali contro soldati della FR in Ucraina sono stati puniti gli esecutori di tali crimini, ma non coloro che avevano dato l'ordine.

Pertanto il discorso citato di Putin e di altri rappresentanti della FR può diventare parte della base probatoria per la cosiddetta responsabilità di comando per questi concreti crimini di guerra. È un caso molto raro, quando uno stesso alto pubblico ufficiale ammette in discorsi pubblici il suo coinvolgimento in azioni che costituiscono un crimine internazionale.

Le dichiarazioni degli alti funzionari qui citate non sono isolate, queste si verificano a distanza di qualche settimana. Nel complesso tali dichiarazioni possono diventare una pesante conferma a riprova della colpevolezza degli alti funzionari della FR per l’esecuzione dei crimini di guerra menzionati. Simili indagini del TPI non avranno luogo a breve, tuttavia i crimini di guerra internazionali non hanno termini di prescrizione, perciò l'indagine può iniziare in qualsiasi momento. Ovviamente, avverrebbe più rapidamente se l'Ucraina ratificasse lo Statuto di Roma.

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