Persone scomparse: la regione di Cherson (24 febbraio – 24 giugno 2022)
Questo è un fenomeno di massa ed è diffuso dai più piccoli villaggi e centri abitati fino alla città di Cherson e ai capoluoghi distrettuali. Di fatto è diventato uno strumento di pressione sulla popolazione civile della regione di Cherson contro i cittadini che hanno una posizione filo-ucraina, un modo per costringere a collaborare con il regime di occupazione e per soffocare, in generale, la libertà di parola e di opinione.
I crimini contro la popolazione civile legati alla sparizione si dividono in due categorie:
- sparizione forzata di persone il cui destino futuro ci è sconosciuto (principalmente è il sequestro con successiva prigionia senza alcun contatto con il mondo esterno): 286 vittime;
- detenzione illegale (fermo/sequestro, fino a 2 settimane, dopo il quale la persona viene rilasciata): 68 vittime.
Richiede una attenzione particolare il sequestro di 58 orfani a Cherson e del loro successivo trasferimento in luogo sconosciuto.
1. Sparizione forzata
1.1. Classificazione dei soggetti del crimine
L’analisi e la ricerca dei casi di sequestro fanno comprendere in modo definito l’obiettivo di tali rapimenti e chi ne è oggetto.
Delle 286 persone, la cui sparizione forzata è stata accertata, la maggior parte riguarda gli ex partecipanti dell’Operazione Antiterroristica per 52 casi, il 18%, e i partecipanti alle manifestazioni, i volontari e gli attivisti filo-ucraini per 49 casi, il 17%. Ciò testimonia il tentativo di reprimere la resistenza ucraina lottando contro la sua parte attiva, e anche evitare che coloro i quali abbiano una esperienza militare possano potenzialmente partecipare alla resistenza armata.
Un’altra categoria sono i tartari di Crimea (21 casi il 7,5%), per le loro posizioni prevalentemente filoucraine, e anche perché una parte venne costretta a lasciare il territorio della Repubblica Autonoma di Crimea dopo l’annessione del 2014, a causa delle persecuzioni, che si è stabilita proprio nella regione di Cherson (principalmente nel distretto di Heničes’k) e quindi prima non era esposta alla persecuzione russa.
Il sequestro dei funzionari degli organi di amministrazione locale (19 casi, il 6,6%) e dei deputati dei consigli locali (15 casi il 5,2%) testimonia dei tentativi degli occupanti di spingere così alla collaborazione i rappresentanti di queste categorie. Ciò è necessario per la “legalizzazione” dell’occupazione agli occhi dei cittadini ucraini e, in particolare, per rafforzare la narrazione per cui “l’Ucraina vi ha abbandonati”, “Con il potere nuovo vivrete meglio”; stabilire la gestione verticale del governo d’occupazione, lottare contro le manifestazioni filoucraine; creare un “quadro” come se fosse “un passaggio pacifico e volontario dei territori ucraini e della popolazione alla Russia”. Bisogna notare che tale tattica ha avuto un certo successo locale. La maggioranza schiacciante dei funzionari rapiti e poi rilasciati sono stati costretti ad abbandonare il territorio occupato, il che ha permesso di “sostituirli” fisicamente nei locali di tali organi con altri “dirigenti”, leali, ma giuridicamente illegali.
Un obiettivo delle sparizioni molto simile al gruppo precedente riguarda gli ex collaboratori delle forze d’ordine (14 casi – 5%). Bisogna rilevare che gli organi ufficiali del governo riportano quantità maggiori di persone rapite di questa categoria. Le informazioni degli elenchi dei “collaboratori degli organi del governo d’occupazione”, incluse le “forze dell’ordine”, testimoniano che per la maggior parte sono pensionati o ex-collaboratori dei sistemi degli organi delle forze dell’ordine (soprattutto dal periodo sovietico).
Dalla fine dell’anno scolastico i militari russi cercano di convincere gli insegnanti a passare alla collaborazione e a lavorare secondo i programmi russi. Il rifiuto della maggioranza assoluta degli insegnanti di accettare (ad esempio a Cherson di 60 istituti scolastici hanno accettato di collaborare soltanto 2) ha significato l’inizio di una maggiore pressione su di esso. Sono stati registrati 11 casi (4%) di scomparsa dei docenti. Fondamentalmente ciò riguarda i direttori degli istituti scolastici, dopo i quali avviene una “sostituzione della direzione” con i collaboratori.
Anche gli agricoltori e i direttori delle imprese agricole (6 casi – 2%) sono un obiettivo dei militari russi e del governo di occupazione. Riceviamo segnalazioni di numerosi casi di sui produttori agricoli che sono spinti a collaborare con la suddivisione di 70/30, quando solo il 30% del raccolto rimane al proprietario. Agli agricoltori che rifiutano di lavorare con le autorità di occupazione vengono sequestrate le attrezzature, i concimi e altri beni. Inoltre, a loro è vietato esportare la propria produzione, mentre è invece concesso come privilegio ai collaborazionisti.
Tra le altre categorie bisogna indicare i giornalisti (2 casi), i sacerdoti (2 casi), i detenuti (2 casi).
Già in tre casi è stata confermata la morte dopo il sequestro.
Questa classifica quantitativa non è universale né precisa, poiché in 92 casi non è stato possibile stabilire per quale motivo una persona sia stata rapita (non è stato possibile stabilire le cause del rapimento).
Bisogna rilevare che la raccolta delle informazioni, in particolare i dettagli e le circostanze dei rapimenti, è complicata per la mancanza di comunicazioni telefoniche mobili e di fatto dalla assenza di internet nella maggioranza dei piccoli centri abitati della regione di Cherson.
1.2. Circostanze nelle quali è avvenuta la scomparsa
Dall’analisi delle circostanze del sequestro, che precedono la scomparsa, si è scoperto che:
- in 123 casi (45%) i militari russi hanno rapito persone dalle loro abitazioni, il che testimonia una “caccia” mirata proprio a queste persone e conferma indirettamente l’informazione di fonti aperte sul fatto che il nemico abbia elenchi di attivisti, dei partecipanti all’Operazione Antiterroristica, dei dirigenti degli organi di amministrazione locale, degli agenti delle forze dell’ordine in servizio o in congedo;
- in 40 casi le persone sono state fermate ai posti di blocco (14%); secondo i testimoni oculari, questo spesso accadeva dopo che avevano trovato una informazione in seguito alla verifica di un elenco, utilizzato dai militari russi;
- in 20 casi (7%) il fermo è avvenuto sul posto di lavoro, principalmente dei funzionari e degli insegnanti;
- in 28 casi (10%) le vittime sono state sequestrate alle manifestazioni, che erano state organizzate dagli abitanti del luogo contro l’aggressione e l’occupazione russa nei primi mesi della guerra; bisogna rilevare che alcuni manifestanti sono stati sequestrati più tardi per strada mentre stavano tornando a casa oppure erano già a casa;
- 37 sequestri registrati (13%) sono avvenuti in strada, dopo di che le persone sono scomparse;
- in 38 casi (13%) non è stato possibile conoscere esattamente le circostanze del rapimento.
Così si presentano le porte dei residenti di Cherson, che non volevano aprire ai militari russi:
2. Privazione illegale della libertà
2.1. I soggetti del crimine
La situazione della classificazione delle persone private illegalmente della libertà è fondamentalmente diversa da quella delle sparizioni forzate. Sono stati registrati 68 casi tra i quali:
- funzionari del governo locale sono stati privati della libertà: 9 casi (13%);
- deputati dei consigli locali: 5 casi (7%),
- attivisti/volontari: 4 casi (6%),
- partecipanti all’Operazione Antiterroristica: 5 casi (7%).
I militari russi nella maggioranza schiacciante dei casi hanno arrestato queste persone per un lungo periodo.
Sono stati illegalmente privati della libertà anche :
- ex-agenti delle forze dell’ordine: 6 casi (9%);
- tartari di Crimea: 5 casi (7%);
- agricoltori: 2 casi (3%);
- insegnanti: 2 casi (3%);
- giornalisti: 1 caso (2%).
Non è stato possibile stabilire i motivi della privazione illegale della libertà in 29 casi.
2.2. Circostanze in cui si è verificata la scomparsa
L’analisi delle circostanze della privazione illegale della libertà fornisce i seguenti risultati:
- in 29 casi (43%) i militari russi arrestavano le persone per strada, il che, sommato all’analisi della composizione soggettiva delle persone e dei tempi di detenzione, testimonia che tali arresti molto spesso erano delle misure “casuali”, volte alla filtrazione con elementi di “controllo” delle persone;
- in 16 casi (24%) le persone sono state arrestate a casa;
- in 9 casi (13%) è avvenuto sul posto di lavoro, principalmente per funzionari e insegnanti;
- in 4 casi (6%) i rapimenti accadevano durante le manifestazioni, organizzate da residenti locali contro l’aggressione e l’occupazione russa nei primi mesi di guerra;
- in 3 casi (4%) in un luogo sconosciuto;
- in 2 casi (3%) ai posti di blocco.
3. Durata della permanenza in prigione
Nei casi di sparizione forzata la durata della detenzione dopo il rapimento è la seguente:
fino a 1 mese – 75 casi (26%);
da 1 mese a 2 mesi – 121 caso (42%);
da 2 mesi a 3 mesi – 71 caso (25%);
più di 3 mesi – 19 casi (7%).
Nei casi di privazione illegale della libertà è necessario distinguere due varianti più diffuse di durata della detenzione:
fino a 5 giorni: 50 casi (73%);
da 5 giorni a 2 settimane: 18 casi (27%).
L’informazione cambia costantemente, in quanto continuiamo a registrare casi sistematici di rapimenti e sparizioni di persone. Va osservato che il numero dei casi registrati di detenzione illegale/privazione della libertà è in proporzione meno c rispetto ai casi di sparizione forzata, poiché in molti casi i parenti delle persone arrestate/rapite non chiedono subito aiuto, ma attendono diversi giorni. Perciò non siamo a conoscenza di un numero significativo di brevi detenzioni.
4. Torture in prigione
Dalle conversazioni private con le vittime dei rapimenti e dalle interviste da loro rilasciate ai mass media si evince che nella maggior parte dei casi le persone arrestate sono state sottoposte a violenza psicologica e fisica. Sono state frequenti torture brutali. Riportiamo degli esempi.
1. Viktor Maruniak
Viktor Maruniak, capo villaggio di Stara Zburievka, distretto di Skadovs'k, regione di Cherson:
“In un certo senso tutto questo lo fanno con piacere. Ci sono stati dei momenti insensati di cui era possibile fare a meno. All’inizio con dei commenti salaci, loro ti mettono i cavi sui pollici. Poi gli sembra poco, e li mettono sugli alluci. Versano dell’acqua sulla testa in modo che scorra lungo la schiena. A dire il vero, mi avevano picchiato così tanto che non mi ha fatto alcun effetto la scossa elettrica”.
2. Serhiy Chudynovych
Serhiy Chudynovych, sacerdote della Chiesa ortodossa ucraina:
“Mi hanno spezzato le braccia. Dicevano che la mia vita era finita, che mi avrebbero fatto a pezzi, mi avrebbero fucilato. Poi mi hanno portato in un’altra stanza e hanno iniziato a picchiarmi con un manganello sul cuore. Ero così disidratato che non potevo parlare, hanno cercato di costringermi a fornire informazioni sui gruppi di ricognizione e sabotaggio ucraini. Mi hanno picchiato sulle gambe, mi hanno soffocato, mi hanno legato le mani con lo scotch”.
3. Nazar Kahalniak
Nazar Vyktorovych Kahalniak, veterano dell’ Operazione Antiterroristica. Morto a causa delle torture.
“È stato rapito dagli occupanti a casa nel villaggio di Abrikosovka nella regione di Cherson. Lui è stato brutalmente picchiato e sottoposto a tortura. Gli occupanti hanno riportato a casa Nazar, sfigurato dalle torture. è morto pochi giorni dopo in ospedale”.
4. Oleh Baturin
Oleh Baturin, giornalista del “Novyi den” di Cherson, che è stato 8 giorni in prigione dopo il rapimento:
"L’obiettivo degli occupanti russi è uno solo: spezzare i cittadini dell’Ucraina, spaventarli, opprimere fisicamente e psicologicamente gli attivisti civili e i giornalisti”.
Vedi anche qui.
5. Serhiy Boychenko
Il 18 giugno 2022 è stato reso noto che nella città di Skadovsk i militari russi hanno rapito e torturato Serhiy Boychenko, un impiegato del servizio statale dell’Ucraina per le emergenze. La notte è stato ritrovato morto.
Nella regione di Cherson gli invasori russi hanno torturato il residente locale, Serhiy Morozov, con la corrente elettrica e hanno pubblicato loro stessi le prove. Oltre al filo elettrico attaccato all’orecchio del prigioniero, nella foto sono visibili sul suo volto tracce di violenza fisica. Vedi anche: qui.
7. Mychajlo Burak
Mychajlo Burak, presidente del Consiglio del villaggio Bekhtersky del distretto di Skadovsk, regione di Cherson, in seguito al rapimento da parte dei militari russi è stato ricoverato in ospedale con numerosi traumi dopo 2 giorni di prigionia.
5. Luoghi di detenzione
Oggi si conoscono almeno sei luoghi per la detenzione e la tortura delle persone sequestrate nella regione di Cherson:
- Garage presso la direzione del Servizio di sicurezza a Nova Kachovka, regione di Cherson.
- I locali dell’amministrazione generale della polizia nazionale nella regione di Cherson, via Luterans’ka, 4, Cherson.
- Carcere per la detenzione temporanea, via Teploenergetykiv 3, Cherson.
- Carcere per la detenzione preliminare, via Perekops’ka, Cherson
- Colonia penale № 10, villaggio Dariivka, distretto Belozerskii, regione di Cherson.
- Istituto professionale superiore № 17, via Parizhskoi Komuny, 88, città di Heničes’k, regione di Cherson.
Nell’ambito dell’iniziativa globale T4R, le organizzazioni civili continuano a raccogliere informazioni su probabili crimini internazionali.
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