Per la nostra e la vostra libertà!

Intervento di Oleksandra Matvijčuk alla conferenza stampa dedicata al Premio Nobel per la pace 2022.
Oleksandra Matvijčuk23 Ottobre 2022UA DE EN ES FR IT RU

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Foto: Centro per le libertà civili

Buongiorno! Mi chiamo Oleksandra Matvijčuk. Sono la dirigente del Centro per le libertà civili.

Ieri il Centro per le libertà civili ha vinto il Premio Nobel per la pace.

Si dice che questo premio deve riceverlo il popolo ucraino. E sono orgogliosa che sia proprio ciò che sta accadendo. Il Centro per le libertà civili è un’organizzazione, in cui i volontari svolgono il ruolo principale.

Questo premio è stato conferito non solo alla nostra squadra e alle persone che in tutti questi anni hanno lavorato con noi.

Il Premio Nobel per la pace è stato conferito a tutte le persone in Ucraina che adesso lottano per la libertà in tutti i sensi.

Per la libertà di essere uno stato libero ed indipendente. Per la libertà di sviluppare la lingua e la cultura ucraina. Per la libertà di avere la propria scelta democratica e costruire un paese, in cui i diritti di ogni individuo siano protetti, le autorità sottoposte a controllo, i tribunali indipendenti, e la polizia non picchi le pacifiche manifestazioni studentesche.

Durante la Rivoluzione Ucraina del 2014, il Centro per le libertà civili ha avviato l’iniziativa Euromaidan SOS per aiutare i partecipanti alla protesta perseguitati in tutto il paese solo perché migliaia di persone si sono unite a noi.

Proprio grazie al sostegno delle persone, il Centro per le libertà civili per primo ha inviato squadre mobili per documentare i crimini di guerra in Crimea e nelle regioni di Doneck e Luhansk.

Migliaia di persone in tutto il mondo sono diventate il pilastro della nostra campagna internazionale #SaveOlegSentsov, e hanno organizzato manifestazioni ed altre azioni collettive in più di 35 paesi per la liberazione del regista Oleg Sencov ed altri prigionieri politici.

Non auguro a nessuno di affrontare una guerra, ma questo momento difficile permette a tutti noi di mostrare le nostre qualità migliori: dal contadino che ha trainato un carro armato russo su un trattore, al presidente del paese, che si è rifiutato di abbandonare Kiev. Ora più che mai sentiamo intensamente cosa significa essere uomini.

La Russia deve essere espulsa dal Consiglio di sicurezza dell’ONU per le sistematiche violazioni dello Statuto. In tutti questi decenni, la Russia ha commesso crimini di guerra in Cecenia, Moldova, Georgia, Siria, Mali, Libia, Ucraina.

L’ONU ed i Paesi membri devono garantire la giustizia per tutte le vittime dei crimini di guerra e istituire un tribunale internazionale per procedere contro Putin, Lukašenko e tutti i criminali di guerra.

L’Ucraina non abbandonerà mai la sua gente, e perciò lottiamo per la completa liberazione dei territori occupati. Oggi noi del Centro per le libertà civili lottiamo per la liberazione di tutti gli uomini dalla prigionia russa.

Tra questi c’è Server Mustafaev, tataro della Crimea, coordinatore della Crimean Solidarity. Viktorija Obedina, medico militare, che si è distaccata dalla figlia di quattro anni durante l'evacuazione di Azovstal’. Ljudmila Gusejnova, che ha protetto i bambini orfani durante l'occupazione ed è stata messa in prigione. E migliaia di altri militari e civili ucraini.

Facciamo appello alla comunità internazionale per diventare la loro voce e ottenere insieme a noi la loro scarcerazione. Così come il rilascio di tutti i prigionieri politici che hanno combattuto contro i regimi autoritari in Russia e Bielorussia.

Tutta la mia ventennale esperienza di lotta per la libertà e i diritti dell’uomo testimonia inconfutabilmente, che gli individui incidono molto più di quello che pensano. Tutti i nostri successi sono dovuti a loro.

E infine, sull’importanza di chiamare le cose con i loro nomi. La Russia, che non ha superato i suoi complessi imperiali, per l'Ucraina e per il mondo intero è una minaccia. Così come la Bielorussia, poiché il regime di Lukašenko ha ceduto il proprio paese all'occupazione.

Ales’ Beljackij, Valentin Stefanovič, Marfa Rabkova di Vesna, Oleg Orlov, Svetlana Gannuškina, Aleksandr Čerkasov, Sergeij Davidis di Memorial, per me ed il Centro per le libertà civili sono persone con cui combattiamo fianco a fianco contro questa minaccia già da molti anni.

Adesso Ales’ Beljackij è in prigione, Memorial è stato proibito.

Questa è una storia sulla resistenza al male comune, sulla libertà che non ha confini, sui valori dei diritti dell’uomo che sono universali. Sugli attivisti per i diritti umani che costruiscono connessioni orizzontali tra loro, invisibili per le loro società, per affermare la libertà e proteggere gli uomini nella nostra parte del mondo, dove il cannibale sta nuovamente cercando di dominare. E prima o poi perderà. E allora verrà la pace.

Questo premio non deve in nessun caso suonare come la vecchia narrativa su popoli fratelli. Questa storia riguarda altro. È la storia dello slogan che ho sentito dal mio insegnante, dissidente e filosofo, Evgenij Sverstjuk: “Per la nostra e la vostra libertà!”.

8 ottobre 2022

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