Uso delle armi da fuoco durante la guerra russo-ucraina

Fra le vittime uccise dai militari russi uccisi, 135 (la maggioranza), è stata colpita mentre cercava di mettersi in salvo.
Anna Ovdyenko01 Settembre 2022UA DE EN ES FR IT RU

Буча. Фото: Mykhaylo Palinchak Boutcha. Photo : Mykhaïlo Palinchak Bucha. Foto: Mykhaylo Palinchak Буча. Фото: Mykhaylo Palinchak

Buča, Foto: Mykhaylo Palinčak

Sui territori temporaneamente occupati o comunque vicini a dove si combatte, i militari russi usano attivamente armi da sparo leggere contro la popolazione civile. Nell’assoluta maggioranza dei casi si tratta di colpi mirati e intenzionali: il responsabile ha la piena consapevolezza delle proprie azioni, desidera compierle o sa comunque a quali conseguenze potranno portare. Agisce, dunque, premeditatamente. Ed è proprio la premeditazione del gesto a distinguere questi atti da altri crimini di guerra, per esempio dalle sparatorie indiscriminate, in cui il responsabile può soltanto presumere che ci saranno delle conseguenze nefaste, ma non può prevedere con sufficiente probabilità che tali conseguenze coinvolgeranno una vittima concreta. È per questa ragione che le uccisioni da arma leggera sono classificate fra i crimini di guerra più gravi.

Nel periodo dal 24 febbraio al 9 agosto 2022, chi ha monitorato la situazione per T4P ha registrato i seguenti crimini di guerra, perpetrati con l’utilizzo di armi leggere:

  • Omicidio volontario di un civile (articoli 8 - 2, a, i - e articolo 7 - 1, a - dello Statuto di Roma).
  • Cagionare volontariamente grandi sofferenze o gravi lesioni all’integrità fisica o alla salute (articolo 8 – 2, a, ііі - dello Statuto di Roma).
  • danni a proprietà civili ovvero danni diffusi, duraturi e gravi all’ambiente naturale che siano manifestamente eccessivi rispetto all’insieme dei concreti e diretti vantaggi militari previsti (articolo 8- 2, b, iv - punto іv dello Statuto di Roma).

In totale, T4p ha registrato 367 casi di uso delle armi da fuoco contro civili o infrastrutture civili, così distribuiti nella classificazione dei crimini di guerra:

      omicidio volontario: 33%;

      lesioni gravi volontarie: 22%;

      distruzione o danni duraturi e gravi: 45%.

Обстріли зі стрілецької зброї Tirs d’armes légères Sparatorie con le armi da fuoco Обстрелы из стрелкового оружия

Uso di armi da fuoco leggere

La maggior parte dei crimini di guerra commessi è di natura complessa, in quanto provoca danni a cose persone insieme

I militari russi hanno compiuto 166 omicidi volontari, che hanno portato all’uccisione di 195 persone, e hanno causato 119 lesioni corporali volontarie, in conseguenza delle quali 144 persone hanno subito dei traumi.

Non abbiamo registrato nemmeno un caso in cui ci siano prove sufficienti ad avvalorare un attacco a fuoco volontario a danno dei civili da parte di militari ucraini. In una sola occasione, secondo l’opinione soggettiva di un parente della vittima, i militari ucraini hanno ucciso per sbaglio un uomo a un posto di blocco. C’è evidenza, inoltre, di alcuni civili colpiti durante le sparatorie per strada fra militari ucraini e russi.

Fra le persone uccise dai militari russi, la maggior parte (135 persone) è stata colpita mentre cercava di mettersi in salvo. Il copione del crimine è sempre lo stesso e si ripete a prescindere dalla zona dell’Ucraina in cui accade. Gli abitanti di un centro abitato temporaneamente occupato dai russi, o quelli della cosiddetta “zona grigia”, cercano di uscire dal perimetro di territorio più pericoloso con mezzi di trasporto propri, da solo o in colonna, prima dell’annuncio di un corridoio verde o a ridosso dello stesso. Si mettono in viaggio e o incrociano un automezzo di militari russi oppure passano un posto di blocco. I militari russi aprono il fuoco senza preavviso, con conseguente morte di alcuni e ferimento di altri, e con ovvi danni ai veicoli. Ci sono casi in cui le vittime sono state uccise accanto al proprio veicolo, pur avendo – a detta di testimoni - alzato le mani mentre scendevano dallo stesso.

È molto probabile che i militari russi mirino intenzionalmente alle auto dei civili per causare il maggior danno possibile. Per giungere a questa conclusione abbiamo confrontato il numero di morti e feriti all’interno dei veicoli. Come indicato sopra, le vittime totali sono state 135 persone in 86 occasioni di sparo, mentre i feriti sono stati 91 (in 55 sparatorie). Se ne deduce che, nel caso di colpi indirizzati su un auto, la probabilità di morire è di 1,42 volte superiore a quella di sopravvivere riportando delle lesioni.

I colpi d’arma leggera dei militari russi hanno danneggiato 146 automezzi in 124 occasioni, la maggior parte senza possibilità di recuperare il veicolo. Fra gli automezzi distrutti, la gran parte è costituita da veicoli civili, automobili dei servizi postali, macchine agricole.

Sono stati documentati casi di uccisioni di massa, risultanti da colpi sparati contro veicoli civili. Il numero massimo di vittime per singolo caso è di sette persone.

Розстріляна автівка під Циркунами, знайдена 10 травня. Фото: фейсбук-сторінка Сергія Болвінова Voiture détruite par des tirs près de Tsirkuny, trouvée le 10 mai. Photo : page Facebook de Sergyi Bolvinov Automobile presa di mira vicino a Tsirkuny, trovata il 10 maggio. Foto: pagina Facebook di Serhii Bolvinov Расстрелянный автомобиль под Циркунами, найденный 10 мая. Фото: фейсбук-страница Сергея Болвинова

Automobile colpita vicino a Tsirkuny e rinvenuta il 10 maggio. Foto: pagina Facebook di Serhii Bolvinov

Le automobili civili sono state prese di mira e colpite nelle città, e lungo le strade che le collegano, delle regioni di Kyiv, Donetsk, Charkiv, Luhansk, Černihiv, Kherson, Zaporižia e Mykolaiv, vale a dire in tutte le zone dove i militari russi avevano la possibilità fisica di farlo.

Розстріляна евакуаційна автівка. Фото: t.me/serhiy_hayday Voiture d’évacuation détruite par des tirs. Photo : t.me/serhiy_hayday Automobile di evacuazione civili colpito. Foto: t.me/serhiy_hayday Расстрелянный эвакуационный автомобиль. Фото: t.me/serhiy_hayday

Automobile di civili sfollati colpita dai russi. Foto: t.me/serhiy_hayday

Nella regione di Donetsk (città di Mariupol’) sono stati registrati 3 casi di fucilazione di civili da parte di un cecchino russo. Il crimine non ha assunto carattere sistematico e non se ne ha evidenza in altre regioni, malgrado le uccisioni di civili da parte di militari per le strada dei centri abitati siano state osservate in tutte le regioni con ostilità in corso, e anche nei territori occupati.

Abbiamo registrato 5 casi di fucilazione per strada con esito letale (10 vittime) e 6 casi di attacchi con armi da fuoco che hanno causato traumi e lesioni a 7 persone. Gli attacchi non avevano una motivazione valida ed evidente, ed erano probabilmente atti a terrorizzare la popolazione civile a scopo intimidatorio.

Ci sono stati attacchi con arma da fuoco sui raduni e le manifestazioni pacifiche improvvisate nei centri abitati in cui la popolazione si opponevano alle truppe di occupazione russe. Fra le vittime si registrano un morto e 21 feriti. Gli attacchi erano certamente mirati a reprimere la resistenza della popolazione sui territori occupati.

Gli omicidi di civili e le lesioni loro procurate all’interno delle loro abitazioni sono una percentuale relativamente bassa. Abbiamo fissato un totale di 7 casi di omicidi volontari con conseguente ’uccisione di 20 persone. Ci sono solo due casi di lesioni volontarie, per un totale di due persone coinvolte. I crimini erano motivati dall’attività politica delle vittime, dal loro rifiuto di collaborare con gli occupanti, dalla loro qualifica professionale.

Abbiamo registrato 17 casi di omicidio volontario e 20 di lesioni personali di cui non sono state ancora appurate le cui circostanze.

Il fuoco da armi leggere ha danneggiato anche un certo numero di edifici civili. Si tratta in primo luogo di 47 edifici residenziali. Sono stati documentati danni a esercizi commerciali, per la maggior parte chioschi o strutture minori ubicate nei mercati. Hanno subito attacchi da armi da fuoco anche i monumenti storici, in particolare quelli ai soldati e alle vittime della Seconda guerra mondiale. In alcuni casi isolati, hanno subito danni uffici statali (2 casi), ospedali (1 caso), scuole ed asili (3 casi), enti culturali (1 caso), edifici di culto (1 caso), infrastruttura di rilevanza bellica (1 caso).

In conclusione, i militari russi continuano a eliminare volontariamente e premeditatamente la popolazione civile ucraina sui territori temporaneamente occupati e nelle zone in cui si combatte attivamente. Le azioni dei militari non si hanno altra motivazione evidente che di seminare il terrore  tra la popolazione e reprimerne la resistenza. Non si registrano casi di esecuzioni sommarie di massa di ucraini; ciononostante, la perpetuazione sistematica di omicidi volontari e di lesioni personali con un copione simile e ricorrente induce a credere che lo sterminio deliberato dei civili sia il risultato di un esplicito ordine impartito dai vertici dell’esercito russo.

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